Alessandro Bon – Destino
Non puoi spezzare un albero cresciuto nella tempesta. Troppo forti sono le sue radici per essere divelte. Meglio, o Destino, che ti accanisca contro quegli alberi di città, elegantemente vestiti ma vuoti dentro.
Non puoi spezzare un albero cresciuto nella tempesta. Troppo forti sono le sue radici per essere divelte. Meglio, o Destino, che ti accanisca contro quegli alberi di città, elegantemente vestiti ma vuoti dentro.
Laddove finisce il suo gioco il destino. Inizia il nostro.
È impossibile che un mondo così stupefacente sia frutto esclusivamente del caso.
Ci ho riflettuto anch’io, sai. Mi sono chiesta dove saremmo stati, dove avremmo vissuto, che vita avremmo fatto… So che mi fa sembrare cinica, ma negli ultimi due anni ho cercato in ogni modo di convincermi che, anche se il nostro era vero amore, non sarebbe mai durato.
Non è nelle stelle che è conservato il nostro destino, ma in noi stessi.
Se non fosse stato un “vestito”, se invece Dio vorrebbe che lo diventasse considerandolo tale, quello che per natura è Essere, quella luce con cui vorrebbe abbellire e costruire il suo Sistema. Ancora forse non si rende conto di cosa ha immesso nella struttura. Non il Male, come vorrebbe far credere, gli effetti distruttivi non sono altro la conseguenza di un uso errato e sconsiderato di quello che, attraverso la morte, vorrebbe che fosse tutto suo. E infatti, lo ha avuto.
È inutile… c’è chi ha una marcia in più anche se cammina in 500.