Amos Zangrandi – Filosofia
Un giorno sarò luce dove sono stato ombra.
Un giorno sarò luce dove sono stato ombra.
È meglio essere odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo.
La criminologia clinica serve per ricordare al diritto penale che il reo va perseguito per ciò che fa, non per ciò che è.
Scorrere le dita in un pezzo di ghiaccio e sorbirne tutto il calore, significa andare oltre a quello che vedi ed a ciò che percepisci.
Non è possibile evitare la morte trasferendola a qualcun altro, cambiando ad esso il nome, seguendo l’insana promessa, follia e desiderio di conquista di una divinità impazzita. Si posticipa l’inevitabile, forse peggiorando la situazione. Un nome è l’Essenza di qualcosa. Cambiando il nome di una “penna” in “caffettiera”, ci si aspetterà che la penna si metta a fare il caffè? La Natura di una cosa è il suo nome, e la natura non si cambia, si giocherebbe con una forza superiore, che ci si rivolterebbe contro.
Come sempre abbondano le ragioni pratiche per giustificare l’assurdo, per indurre all’impossibile.
Come non esiste tema senza variazione o viceversa, non esiste continuità senza discontinuità, costante senza mutamento, essere senza divenire. Tuttavia l’equilibrio di questi due poli è così precario che prima o poi giungono inevitabili un cosiddetto “punto di rottura/catastrofe” e una conseguente “rottura di simmetria”. Al che irrompono pure opinioni soggettivissime e giudizi personalissimi sul valore d’attribuire a tali eventi.