Amos Zangrandi – Stati d’Animo
Io sono il greto del fiume.
Io sono il greto del fiume.
“Diviene disumano il carnefice che cerca di disumanizzare la vittima, non la vittima.” Come fa ad essere umano un essere che fa del male ai suoi simili? Come fa a trattarli peggio di bestie sapendo che non lo sono. Ci vuole coraggio, ma soprattutto devono essersi strappati il cuore dal petto per torturare e rinchiudere le persone, senza pietà, senza esitazione, senza emozione. Per non dimenticare, ma soprattutto per non rifare più quell’errore, quello di sentirsi migliore, quello di sentirsi il più forte, quello di non tollerare le diversità, quello di punire spietatamente senza alcun diritto di farlo, quello di non essere umani e di vietare ad altri di esserlo.
Il mio “no” è l’ottava nota di una scala appesa, posto un gradino prima del rifiuto degli altri.
Di lui volevo tutto, tranne il suo silenzio.
Quando il sole va a dormire, tu non hai più niente da dire. Aspetta domani, forse sarà un giorno migliore, di ieri.
L’equilibrio è un po’ come l’amore: ci vuole feeling tra le emozioni.
A volte son così fragile che potrei spezzarmi, e mi “raccoglie bene” solo chi mi ama davvero. A volte quell’esser “presa in braccio”, in silenzio, dolcemente basta per far tornare il sorriso. Basta poco per le persone che “ancora si fidano”