Analìa Scarpone – Felicità
Non c’è prospettiva migliore della propria felicità, essa ti raggiungerà quando avrai rinunciato al superficiale e avrai concentrato la tua attenzione sul essenziale!
Non c’è prospettiva migliore della propria felicità, essa ti raggiungerà quando avrai rinunciato al superficiale e avrai concentrato la tua attenzione sul essenziale!
Il problema è che non siamo mai soddisfatti; infatti quando un certo livello di soddisfazione non ci basta più, siamo sempre tentati a cercarne un altro maggiore, un’ossessione che può portare l’infelicità e la frustrazione.
Per essere felici basta poco. Un cellulare spento e delle nuvole che pascolano.
Le parole sono petali al vento che facendo giri nel firmamento giungono nel luogo segreto dei sogni dove le stelle intessono trame con il filo della Felicità.
È impossibile rinunciare alla felicità, si può solo se non la si è mai conosciuta.
Poiché noi siamo fatti in modo che paragoniamo tutti a noi stessi e noi stessi a tutti, la felicità o il dolore dipendono da coloro con i quali stiamo a contatto, e nulla è più pericoloso della solitudine. La nostra immaginazione, che è naturalmente portata ad elevarsi, alimentata dalle fantastiche immagini della poesia, si crea una schiera d’esseri fra i quali noi occupiamo l’ultimo posto; e all’infuori di noi tutto ci sembra splendido e ogni persona perfetta. E questo è naturalissimo. Spesso sentiamo che ci manca qualche cosa e, proprio quel che ci manca, ci sembra di trovarlo in un’altra persona alla quale attribuiamo tutto ciò che noi pure abbiamo, e inoltre una grazia ideale. Così immaginiamo l’uomo felice. Ed esso è una creatura della nostra fantasia.
Non si desidera tanto l’essere felici, quanto il poterlo mostrare agli altri. La felicità è uno status symbol.