Andrea De Candia – Stati d’Animo
Essere forti significa non voler cedere neanche di un centimetro, nonostante si faccia sempre più sentire la stanchezza per l’aver lottato troppo.
Essere forti significa non voler cedere neanche di un centimetro, nonostante si faccia sempre più sentire la stanchezza per l’aver lottato troppo.
Ci sono giorni in cui ti sembra che il mondo ti crolli addosso in cui ti fai mille domande, quanti perché, perché questo, perché quello, perché a me, e allora piangi e ti disperi, ti chiudi in te stessa e lasci il mondo fuori, a volte fa male ma anche se fa male sono sempre momenti che passi con te stessa e proprio in quei momenti che cominci a tirare le somme e dire questo si e questo no, questo va bene nella mia vita questo no, sono del parere che stare un po con se stessi ci aiuta sempre. Ora tutto è più chiaro ora sai cosa vuoi e cosa non vuoi nella tua vita, giorni duri con te stessa che comunque sia hanno dato delle risposte, mille volte mi sono trovata con il culo per terra e mille volte mi sono rialzata, va bene così, testa alta spalle dritte, pronta a rimettermi in gioco in questo gioco chiamato vita, e con un solo obiettivo ottenere ciò che voglio, costi quel che costi Lottare Sempre Arrendersi Mai.
Non permettere ad alcuno di dire che non vali, preziosa anima. Chi te lo dice è povero di cuore e non sa guardare, vede soltanto. Non permettere ad alcuno di offuscare i tuoi sogni, tu hai il dovere verso te stesso di proteggerli, di sbagliare, di capire, di ripartire in ogni istante. Guarda la realtà sempre attraverso gli occhi dell’anima, anche se tutto vorrà la tua superficie, tu fagli sentire attraverso te stesso che la vera forza è dentro, e splende più di una miriade di diamanti.
Immagino, e dentro i sogni nascono germogli. Osservo, e tra i pensieri sgorgano fiumi. Sento, e fra le speranze brillano stelle. Amo, e nel petto fiorisce il seme la Vita.
Preferisco essere in disaccordo con gli altri, se questo vuol dire essere in armonia con me stessa.
Per strada, capo chino verso l’asfalto. Lo alzo, osservo una moltitudine di solitudini vaganti. Occhi che si incrociano, ma non si scrutano. Esistenze che si sfiorano, ma non comunicano. Mondi che ruotano attorno lo stesso centro, ma non si attraggono. Per strada, capo chino, rientro in me.
Se qualche volta mi sono arresa non è stata debolezza, ma stanchezza di chi ha dato tanto senza ricevere nulla.