Angela Cicolari – Abuso
Il possesso non è amore, è distruzione, come l’avere in certi casi significa morte.
Il possesso non è amore, è distruzione, come l’avere in certi casi significa morte.
Il gioco era semplice, è bastato farti credere che non avessi carte, per scoprire il tuo gioco sporco.
Quello che in passato era male, resta lo stesso in qualsiasi tempo: alcuni avevano visto più in là di qualsiasi fede, detto e scritto, a Hitler, Mussolini, e quindi a Cristo, ai suoi e al Padre, che una certa lotta per la sopravvivenza e il mutamento della carne è in realtà una lotta per la propria morte ad ogni costo. Costruire depredando la sostanza di ogni mondo spezza l’equilibrio che li sostiene. Questa vita forte, di bellezza e intelligenza, nata in una parodia di immortalità, su cosa poggerà i piedi, quando sarà bruciato ogni atomo di quello che la compone?
Prima che giunga la morte della persona odiata, si passerà sempre per i funerali innumerevoli delle persone amate, quelle che erano parte del cuore, quelle con cui si erano condivisi i sogni, e tempi spensierati. Alla fine senza ritorni, con le scarpe consumate, sopra sterminati cimiteri di acqua e sangue, si scoprirà che quella persona neanche è mai esistita, e il vero male da cui si voleva proteggere il mondo, altro non era che il proprio.
Dietro quella maschera di bontà si nascondeva l’egoismo puro, lo nascondeva con grossi paroloni di…
A volte il vento racconta di destini molto tristi e di sogni infranti. Arriva sempre il momento di raccontare la morte. Non è mai il poeta che sceglie le parole, ma le parole scelgono il poeta.
Con l’assassinio non si cambia il destino, né si prende quello di un altro per allungare la propria vita oltre il tempo, cercando di trasformare il bene e la moralità in male e ipocrisia. Ogni cosa ha le sue conseguenze, ed esse non si possono mai prevedere, per quanti piani si facciano, per quanto le mosse si credano astute e accurate, per quanti diritti si crede di avere sulle vite altrui sotto la protezione del proprio Dio ripugnante.