Angela Perri – Stati d’Animo
Io ho bisogno di qualcuno che mi ami per ciò che sono, che mi abbracci sotto la tempesta, che mi prenda per mano e abbia voglia di camminare insieme a me questa strada chiamata vita.
Io ho bisogno di qualcuno che mi ami per ciò che sono, che mi abbracci sotto la tempesta, che mi prenda per mano e abbia voglia di camminare insieme a me questa strada chiamata vita.
È strana la sensazione che alcune persone riescono a lasciarti dentro. Creano come una traccia dentro te, una traccia dal tratto delineato, netto e certo. Donano quella sensazione di sicurezza, quel sapore di armonia e quei colori che difficilmente riesci a vedere.
Cosa sarebbe del sabato se non ci fosse la domenica?
E voltandosi guardò il cancello. Nulla gli apparteneva di quel luogo e non aveva memoria alcuna di un legame con quelle mura. Gli occhi, sempre a cercare un altrove, come la sua carcassa stanca; di quel corpo che aveva seduto e camminato ovunque; e ovunque era ricordo. Ma non lì. Lì non vi era ricordo perché non vi era mai stata pace.La libertà è questo. La leggerezza dell’anima nel guardare un cancello, una casa, un letto, e non sentirsi disturbati.
Scappi da tutti, finché ti imbatti in te stesso, ed è solo allora che sai di non poter più fuggire ma andare avanti: la vita è appena iniziata.
E la sera arriva e chi ha un po’ di coscienza mette sul piatto della bilancia il suo giorno per intero; a volte, crollo ancor prima perché la coscienza, anche se più pesante, sembra essere più leggera della stanchezza e già il mattino seguente, per fortuna o per semplice rintontimento, è amnesia. Ma quando la notte ce la faccio, mi ritaglio questo spazio e parlo sola, comunque col tetto e penso: fortuna poter contare in un tetto sulla testa e mi giro dall’altra parte più serena!
Essere infelice in questo mondo (e non dico “nel mondo d’oggi) è condizione scontata. La vera ribellione sta nel trovare la serenità interiore e vivere in pace nonostante tutto.
È strana la sensazione che alcune persone riescono a lasciarti dentro. Creano come una traccia dentro te, una traccia dal tratto delineato, netto e certo. Donano quella sensazione di sicurezza, quel sapore di armonia e quei colori che difficilmente riesci a vedere.
Cosa sarebbe del sabato se non ci fosse la domenica?
E voltandosi guardò il cancello. Nulla gli apparteneva di quel luogo e non aveva memoria alcuna di un legame con quelle mura. Gli occhi, sempre a cercare un altrove, come la sua carcassa stanca; di quel corpo che aveva seduto e camminato ovunque; e ovunque era ricordo. Ma non lì. Lì non vi era ricordo perché non vi era mai stata pace.La libertà è questo. La leggerezza dell’anima nel guardare un cancello, una casa, un letto, e non sentirsi disturbati.
Scappi da tutti, finché ti imbatti in te stesso, ed è solo allora che sai di non poter più fuggire ma andare avanti: la vita è appena iniziata.
E la sera arriva e chi ha un po’ di coscienza mette sul piatto della bilancia il suo giorno per intero; a volte, crollo ancor prima perché la coscienza, anche se più pesante, sembra essere più leggera della stanchezza e già il mattino seguente, per fortuna o per semplice rintontimento, è amnesia. Ma quando la notte ce la faccio, mi ritaglio questo spazio e parlo sola, comunque col tetto e penso: fortuna poter contare in un tetto sulla testa e mi giro dall’altra parte più serena!
Essere infelice in questo mondo (e non dico “nel mondo d’oggi) è condizione scontata. La vera ribellione sta nel trovare la serenità interiore e vivere in pace nonostante tutto.
È strana la sensazione che alcune persone riescono a lasciarti dentro. Creano come una traccia dentro te, una traccia dal tratto delineato, netto e certo. Donano quella sensazione di sicurezza, quel sapore di armonia e quei colori che difficilmente riesci a vedere.
Cosa sarebbe del sabato se non ci fosse la domenica?
E voltandosi guardò il cancello. Nulla gli apparteneva di quel luogo e non aveva memoria alcuna di un legame con quelle mura. Gli occhi, sempre a cercare un altrove, come la sua carcassa stanca; di quel corpo che aveva seduto e camminato ovunque; e ovunque era ricordo. Ma non lì. Lì non vi era ricordo perché non vi era mai stata pace.La libertà è questo. La leggerezza dell’anima nel guardare un cancello, una casa, un letto, e non sentirsi disturbati.
Scappi da tutti, finché ti imbatti in te stesso, ed è solo allora che sai di non poter più fuggire ma andare avanti: la vita è appena iniziata.
E la sera arriva e chi ha un po’ di coscienza mette sul piatto della bilancia il suo giorno per intero; a volte, crollo ancor prima perché la coscienza, anche se più pesante, sembra essere più leggera della stanchezza e già il mattino seguente, per fortuna o per semplice rintontimento, è amnesia. Ma quando la notte ce la faccio, mi ritaglio questo spazio e parlo sola, comunque col tetto e penso: fortuna poter contare in un tetto sulla testa e mi giro dall’altra parte più serena!
Essere infelice in questo mondo (e non dico “nel mondo d’oggi) è condizione scontata. La vera ribellione sta nel trovare la serenità interiore e vivere in pace nonostante tutto.