Anna Freud – Vita
Siamo imprigionati nel regno della vita, come un marinaio sulla sua piccola barca, su un oceano infinito.
Siamo imprigionati nel regno della vita, come un marinaio sulla sua piccola barca, su un oceano infinito.
Vivo male questo mondo paradossale, conscio del fatto di essere io stesso il paradosso.
L’importante è saper “dosare”: basta un cucchiaino di miele se il “boccone” è troppo amaro, un po’ di sale se invece è troppo “sciapo”, un pizzico di pepe se ciò che invece manca è la vivacità. Per tutto c’è un ingrediente e la sua giusta dose. Bisogna solo decidere se mettersi ai fornelli oppure gustarsi un panino in santa pace fregandosene di tutto il resto.
Ho lasciato attimi di me, dimenticati su sporche panchine di stazioni sconosciute, ho abbandonato frammenti di emozioni su strade senza voce e ho continuato a camminare, calpestando la vita a piedi nudi per sentirne la consistenza; suole di vita ai piedi, dure come cuoio, un passo avanti e un altro ancora. E se sarà poco quello che avrò, lo farò avanzare, così diventerà tanto.
Il senso di appartenenza sprigiona una forza in grado di accomunare ed unire gli uomini, ma credo che ne esista una ancora più grande, capace di allontanarli: è la “forza dei pregiudizi”. Ciò che importa è il senso di fratellanza che va al di là di ogni credo. Per me esiste solo ed unicamente “l’Universalità dei Sentimenti Umani”.
Nei film è sempre il buono a vincere. Ma io sono il cattivo e non ho alcuna intenzione di perdere.
E il problema non è la fatica per costruire quel castello, ma quel soffio con cui gli altri lo buttano giù.