Anna Maria D’Alò – Filosofia
Nella vita, non tanto ci intimorisce l’ignoto, quanto l’abbandono di ciò che è noto.
Nella vita, non tanto ci intimorisce l’ignoto, quanto l’abbandono di ciò che è noto.
E gli altri chi erano? Le persone cosa volevano? Sembrava tutto una continua lotta, una guerra su chi per primo sarebbe caduto a terra, con la bocca cucita senza aver potuto urlare mai. Una continua sfilata per mostrare i propri corpi, e venderli. Un pianeta costretto al massacro, o forse un pianeta che cercò il suo suicidio ospitando l’uomo.
Il caso non è il destino, ma un suo perenne nemico; il caso è libero, il destino è più incatenato dell’uomo.
Il mondo fisico è meramente chimerico, e similmente tutto ciò che gli appartiene. È solo una rappresentazione grottesca e deformata di tutto ciò che c’è di reale nel mondo primordiale, cioè nel mondo degli spiriti.
Il rigore da solo è morte per paralisi, l’immaginazione da sola è pazzia.
Un giorno caddero dal cielo numerose stelle e dispersero i loro frammenti sul mare, sulla terra, ovunque, fu allora che il mare non finì mai di brillare sotto il sole e la luna; la terra si ornò di pietre preziose e diamanti, l’uomo inseguì la luce che ovunque splendeva, la raccolse ma scivolò dalle mani e da quel momento la insegue ancora sperando di possederla, solo quando vede una stella cadere, la raggiunge e il desiderio diventa realtà.
La favola spirituale ha più di una moralepotrebbe persino apparir banalea chi è superficiale.