Anonimo – Amico
E a te come ti chiamano!? Rotelle!?
E a te come ti chiamano!? Rotelle!?
L’amore inizia con un sorriso, cresce con un bacio, finisce con una lacrima.
L’immenso paragonato a te è un granello di sabbia, praticamente niente, sei l’incarnazione di tutte le cose più belle dolci e solari esistenti al mondo, un dono divino, un angelo caduto dal cielo… ti amo.
Se rincorri la verità preparati a trovarne più d’una.
Sembra che manchi sempre qualcosa.
La vulnerabilità e l’incapacità a fronte di una malattia porta a un credo, quel lumicino di speranza che ci da la forza di andare avanti.
In questi giorni ho pensato spesso a te, a come stai, a cosa fai, se hai ancora le stesse abitudini, se prendi ancora il caffè alla stessa ora ogni giorno, se hai cambiato casa come volevi e se fai ancora fatica a orientarti quando è buio e la luce è spenta, se fai ancora tutto di fretta perché sei sempre in ritardo. E, credimi, ti ho pensato talmente tanto che, se non ti sei ancora strozzato con il caffè, se non hanno dovuto amputarti il mignolo perché l’hai sbattuto troppo forte, se non ti sei rotto l’osso del collo mentre scendevi di fretta le scale è un miracolo.