Anonimo – Libri
Per la maggior parte della gente i libri non sono altro che soprammobili di carta.
Per la maggior parte della gente i libri non sono altro che soprammobili di carta.
Se vuoi spezzarmi il cuore, fallo, ma dentro ci sei tu.
Da Carmelo Bene, abbiamo appreso l’arte del disapprendere,dello sperpero dell’arte, della generosità autentica di chi è uscito dalla catena di montaggio. Dobbiamo a questo genio la lezionedi un arte che non consola, che non si arruffiana con il potere,che considera l’individuo non come facente parte di un socialecatalogato e omologato. Quando lo ascolti non sai cosa voglianodire quei testi. Il fatto è che nell’istante in cui Carmelo Benepronuncia una parola, in quell’istante, tu sai cosa vuol dire,un istante dopo: non lo sai più. Così il significato del testoè una cosa che percepisci, si, ma nella forma aereadi una sparizione. Lui diventa quelle parole e quelle parolenon sono più parole, ma voce. E suono che accadediventa ciò che accade, e dunque tutto… e il resto non è più niente.
Sarà sempre così, mi sono chiesta? Credo di sì. Un figlio si prende una parte del tuo cuore e può usarne o abusarne a suo piacimento. Con un nipote è diverso. Non ci sono più i vincoli e i sensi di colpa che gravano sulla relazione tra madre e figlio. La strada dell’amore è più sgombra.
Era così bello trovarsi lì. Così giusto. Non si era mai resa conto di quanto le cose fossero andate avanti in modo sbagliato fra loro fino a quel momento, in cui tutto si era chiarito. Era questo che lei si ricordava, la sensazione provata quella prima, splendida sera in cui Stefan l’aveva tenuta fra le braccia. Tutta la dolcezza e la tenerezza del mondo si raccolsero in mezzo a loro. Elena si sentì a casa, era quello il suo posto. E lo sarebbe stato per sempre. Tutto il resto fu dimenticatocome i primi giorni, Elena sentì che poteva quasi leggere i pensieri di Stefan. C’era un legame fra loro, erano uno parte dell’altra. I loro cuori battevano all’unisono. Mancava solo una cosa perché tutto fosse perfetto. Elena lo sapeva e tirò indietro i capelli, scostandoli dal lato del collo. E questa volta Stefan non protestò né la respinse. Invece di un rifiuto, le comunicò un senso di profonda accettazione… e di profondo bisogno. Sentimenti di amore, di piacere, di comprensione la travolsero, e con gioia incredula si rese conto che erano gli stessi di Stefan. Per un attimo, si riconobbe nei suoi occhi, e percepì quanto lui la amasse. […] quando Elena sentì cedere le ginocchia, Stefan la fece sedere sul letto. E poi si tennero stretti, ignari del temo che passava e di tutto il resto. Sentì che esistevano solo lei e Stefan. “Ti amo” le disse con dolcezza. […] la amava. L’aveva sempre saputo, ma lui non l’aveva mai detto prima di allora.
I cuochi coprono i loro errori con la maionese, gli architetti con l’edera e i medici con la terra.
Non posso morire mentre Cersei vive. Siamo nati insieme, moriremo insieme.