Anonimo – Mnemotecniche
Povera Vacca Incinta!
Povera Vacca Incinta!
Sei importante sai, sei la frase che ho scritto di notte sui muri degli attimi, con l’inchiostro che tutta la vita rimane indelebile. Tutto questo l’ho fatto per non cancellarti mai più.
Quando siamo bambini l’inferno non è altro che il nome del diavolo sulla bocca dei nostri genitori. Poi questa nozione si complica, e allora ci rigiriamo nel letto nelle interminabili notti dell’adolescenza, cercando di spegnere le fiamme che ci bruciano, le fiamme dell’immaginazione. Più tardi, quando non ci guardiamo più allo specchio perché i nostri volti cominciano ad assomigliare a quello del diavolo, la nozione dell’inferno si trasforma in un piumone intellettuale e allora, per sottrarci a tanta angoscia, ci mettiamo a descriverlo. Giunti alla vecchiaia l’inferno è così alla portata di mano che l’accettiamo come un male necessario e lasciamo persino scorgere la nostra ansia di patirlo. Ancora più tardi, e adesso sì che siamo tra le sue fiamme, mentre bruciamo cominciamo a intuire che forse potremmo acclimatarci. Passati mille anni un diavolo ci chiede, con aria di circostanza, se soffriamo ancora; gli rispondiamo che l’abitudine ha una parte ben maggiore della sofferenza. Alla fine arriva il giorno in cui potremmo abbandonare l’inferno, ma rifiutiamo fermamente tale offerta. Chi rinuncia infatti a una cara abitudine?
E vorrei sparire, camuffarmi nell’oscurità più cupa e massiccia per diventare invisibile e andarmene da questa vita. Il problema è che non riesco a capire se la mia figura è già impercettibile oppure è la mia esistenza ad essere inutile.
La migliore relazione è quella in cui l’amore fra due persone è più grande della…
La disponibilità verso gli altri a volte ti rende schiavo.
Non è mia abitudine rispondere a provocazioni di gente poco intelligente e priva di contenuti. Preferisco ignorarli regalare loro la mia indifferenza. Perdere il mio tempo con loro sarebbe un’offesa alla mia intelligenza.