Anonimo – Vita
Vorrei che la vita fosse un sogno e la morte un dolce risveglio.
Vorrei che la vita fosse un sogno e la morte un dolce risveglio.
I pensieri volano alti, le parole si spezzano in gola, le lacrime calde solcano il mio viso, allegro e felice, la vita scorre nel soffio del tuo respiro… mi hai ridato la vita, mi hai insegnato a volare… vorrei fosse abbastanza ma non saprò mai ripagarti. Per quanto io possa esser niente per il mondo, ho un posto nel tuo cuore e questo mi basterà per sempre.
Nella vita bisogna avere tre cose piene: il piatto, il bicchiere e il portafoglio.
Quando siamo bambini l’inferno non è altro che il nome del diavolo sulla bocca dei nostri genitori. Poi questa nozione si complica, e allora ci rigiriamo nel letto nelle interminabili notti dell’adolescenza, cercando di spegnere le fiamme che ci bruciano, le fiamme dell’immaginazione. Più tardi, quando non ci guardiamo più allo specchio perché i nostri volti cominciano ad assomigliare a quello del diavolo, la nozione dell’inferno si trasforma in un piumone intellettuale e allora, per sottrarci a tanta angoscia, ci mettiamo a descriverlo. Giunti alla vecchiaia l’inferno è così alla portata di mano che l’accettiamo come un male necessario e lasciamo persino scorgere la nostra ansia di patirlo. Ancora più tardi, e adesso sì che siamo tra le sue fiamme, mentre bruciamo cominciamo a intuire che forse potremmo acclimatarci. Passati mille anni un diavolo ci chiede, con aria di circostanza, se soffriamo ancora; gli rispondiamo che l’abitudine ha una parte ben maggiore della sofferenza. Alla fine arriva il giorno in cui potremmo abbandonare l’inferno, ma rifiutiamo fermamente tale offerta. Chi rinuncia infatti a una cara abitudine?
Quasi nessuno guarderà mai abbastanza “oltre” per vedere ciò che veramente sei. Impara a non lasciar vedere quel “oltre” a nessuno perché credimi chi davvero a te ci tiene saprà vederlo con semplicità.
Se sono solo con me stesso sono comunque in ottima compagnia.
È così dura la vita che a volte le dici: ma fai un po’ il cavolo che vuoi, ora non ho voglia di lottare con te.