Antonietta Palermo – Abuso
Alzasti lo sguardo e puntasti la preda.
Alzasti lo sguardo e puntasti la preda.
L’ira è tra le peggiori nemiche, ti fa dire ciò che non pensi, ti fa vedere ciò che non è, ma non sempre si ha davanti qualcuno disposto ad aspettare che torni il sereno, bisognerebbe essere troppo stupidi o troppo innamorati per far finta di non sentire e non vedere e io non credo di essere nel primo caso, quanto al secondo per fortuna è la stessa ira a svilirne l’essenza.
Probabilmente un giorno ti renderai conto del male che hai causato a chi non poteva difendersi dalle tue bestialità e, forse, capirai che non sei nemmeno degno di essere chiamato uomo, mentre tutto il male fatto agli altri te lo rimangerai. Quel giorno vivrai solo in minima parte ciò che hai fatto subire a coloro che non lo meritavano.
Prendi a pugni il tuo silenzio, colora quel livido in modo da poterlo vedere vedere…
Chi aveva colpito non poteva colpire di più nel segno. In una bambina e in un vecchio, in due ragazzi di quindici anni, in una donna, in un’altra donna: questo era il modo migliore di colpir l’uomo. Colpirlo dove l’uomo era più debole, dove aveva l’infanzia, dove aveva la vecchiaia, dove aveva la sua costola staccata e il cuore scoperto: dov’era più uomo. Chi aveva colpito voleva essere il lupo, far paura all’uomo. Non voleva fargli paura? E questo modo di colpire era il migliore che credesse di avere il lupo per fargli paura.
Questa notte vorrei che il tuo pensiero svegliasse i miei sogni.
Educazione: questa eterna sconosciuta se poi ce n’è troppa sei un extraterrestre.