Antonio Cuomo – Stati d’Animo
Se non sai quello che vuoi, mi spieghi perché aspetti!
Se non sai quello che vuoi, mi spieghi perché aspetti!
E poi c’è quel treno, che se non lo prendi; “ti prende in pieno”. Ti urta, si schianta contro la tua consapevolezza e manda in frantumi ciò che prima era fortezza. Un muro erto di cose importanti e di obbiettivi precisi… che ora sembrano scialbe fermate di un capolinea che non ha altro che rabbia e desolazione. Quando perdi quel treno tutto si frantuma e ci vuole tempo per ricomporre il puzzle, ci vuole pazienza, speranza e forza, per far ritornare tutto come era un tempo, e far combaciare minuscoli frammenti di tempo nel ritaglio della vita.
Vado continuamente in pezzi e, ogni volta che mi ricompongo, sento che una scheggia di me è andata perduta per sempre.
Dormono i fili d’erba schiacciati dall’umido e dal corpo, dormono i granelli di sabbia fattisi orme sotto i miei passi, dormono le cortecce di salici che hanno sostenuto pensieri e stanchezza. Dormono tutti… e sussurrano: “Dove sei stato in questo tempo?”, e il mio risveglio: “A parlar di voi”.
Ammiro le persone che sanno usare i sentimenti, sanno che qualcuno potrebbe calpestarli, maltrattarli o prendersene gioco, eppure hanno il coraggio e la voglia di vivere ed amare davvero a rischio di star male!
Ho paura, ho paura del mondo che mi circonda, ho paura delle persone, ho paura di me stesso. Dov’è la mia collocazione in questo posto, dov’è? Se esiste la mia fortuna, perché io proprio io, non ho la possibilità di sentirmi realizzato almeno una volta? Sono sempre arrivato vicino a qualsiasi traguardo, facile o difficile che sia stato, ma quella felicità di dire c’è l’ho fatta mai! Mille pensieri mi girano per la testa, non riesco a stare da solo perché adesso ho anche paura di pensare, eppure ho solo 16 anni. Perché non posso essere come gli altri, effettivamente non sono mai stato come gli altri, ma non fino a questo punto. Più continuo a pensare, più continuo a scrivere, più il mio respiro si fa affannoso, mi manca l’aria e non so dove trovarla, ho solo voglia di non sentire più nulla, di non avere questa voce che mi gira per la testa che ormai è troppo pesante e assillante per me.
Ho milioni di istanti sottopelle in attesa di essere rianimati da una melodia, una foto, un odore. Ibernati sotto strati di quotidianità, uragani latenti in deserti silenti.