Arthur Conan Doyle – Lavoro
Il lavoro è il miglior antidoto alla tristezza.
Il lavoro è il miglior antidoto alla tristezza.
Sono solo un uomo in mezzo a questo mondo avido, mi guardo intorno e vedo solo mostri con il potere al di là delle loro ambizioni, come crearsi una personalità avida senza scrupoli, con l’amore per le cose materiali e i soldi, come arrivare a crearsi tutto ciò, non siamo umani, siamo macchine, fondati per lavorare, non per amare. Siamo schivi del lavoro e dei soldi.
La fame nel mondo brulica come i vermi, come i lombrichi. Ci sono popoli ricchissimi, che non sanno neanche dove sta di casa la fame, ma c’è l’India, l’Africa e la Basilicata che lo sanno dove sta di casa, la fame! (da “Io speriamo che me la cavo”)
Non possono capire che non basta avere semplicemente un lavoro per sentirsi soddisfatti. E non capiscono quando gli dico che voglio smettere di sentirmi fortunato semplicemente perché ho un lavoro, chi se ne importa quale, per il fatto che molta gente non ha nemmeno quello. Tutti abbiamo il diritto di scegliere il lavoro che ci dà più soddisfazioni a prescindere dai soldi che ci fa guadagnare.
Sappi, lavoratore sciocco, che non sono le tue braccia ad interessare il padrone bensì il tuo cervello.
Siamo arrivati ad un punto davvero critico se proviamo più piacere all’idea di incorniciare un contratto di lavoro appena firmato piuttosto che il diploma o la laurea.
Il mio compito è creare idee, non combattere per esse. Se l’idea è buona, va avanti da sola. Se l’idea non è buona, è un opinione.