Barbara Brussa – Stati d’Animo
Volare oltre l’effimero, per abbracciare l’Essenza; riscoprendo, infine, il profumo delle cose vere.
Volare oltre l’effimero, per abbracciare l’Essenza; riscoprendo, infine, il profumo delle cose vere.
Io? Fatta a modo mio tremenda e anche testarda direi. Forse anche un po’ stronza si, ma chi non lo è!? Non conosco perdono per certe azioni e non c’è ritorno per certi addii. Ho imparato a crescere nel dolore e adesso posso anche viverci dentro senza distruggermi.
Sono fatta così, piena di iniziative, di energie… che spesso spendo per persone che poco meritano. Io, vulnerabile ma indistruttibile allo stesso tempo, piena di qualità e di difetti… mai zitta di fronte a qualcosa che non gli va giù ma sempre coerente con se stessa e poco tollerante con chi non lo è.
Forse stai attraversando un periodo della tua vita dove tutto è nero, senza vie di uscita, e ti senti attrarre sempre più giù in un vortice senza fine, ti senti risucchiare dall’esistenza non vivendola, ma soffrendo senza alternativa. Ecco allora voglio ricordarti che tu sei una meravigliosa, unica, insostituibile scintilla e la fede nel tuo più profondo è il giusto atteggiamento per il cambiamento. La fede è qualcosa dentro te, che sta sopra di te, e che ti fa vedere con gli occhi dell’anima la direzione e i passi da compiere. L’entusiasmo a poco a poco rifarà parte della tua vita e il coraggio di nuovo si farà strada nel tuo Cuore.
La dolcezza è quell’emozione che sentiamo verso chi ci rende felici e forti nel sopportare il peso dei nostri giorni.
Quante volte abbiamo desiderato un abbraccio, un abbraccio che avvolgesse insieme al nostro corpo, anche la nostra mente e la nostra essenza. Un abbraccio talmente lungo da farci ascoltare tutto il silenzio del mondo. Un abbraccio talmente forte da toglierci il fiato, ma non tanto da impedirci di annusare quel profumo di amore e di vita. Quante volte abbiamo desiderato “quell’abbraccio”, non un abbraccio qualsiasi e non da chiunque. Un abbraccio talmente stretto da non farci male, perché fa più male l’assenza di quell’abbraccio.
E un, due tre, un, due, tre vola la mente mia e un, due, tre, un, due, tre a ritmo di una danza sgangherata, e un, due, tre, un due, tre ricama parole la mente mia, ricama ragnatele di pensieri, rovi di agonie, e un, due, tre, un, due, tre tarsie intarsia nel legno della memoria, scolpisce sul marmo dell’abbandono. Un, due, tre, un, due, tre volteggia la mente mia, scivola vento tra le foglie, le trascina la mente mia e accarezza con loro la terra nuda. Un due, tre, un, due, tre è neve la mente mia, fredda, freddissima gelida e scolorisce ogni certezza certa, imbianca ogni incertezza certa.