Beppe Severgnini – Vita
Meglio fuggire che trasformarsi in pelouche.
Meglio fuggire che trasformarsi in pelouche.
Vedere per credere, o credere per vedere, il nodo è questo l’uomo vorrebbe vedere per poi credere, mentre la vita insegna a credere senza vedere.
Dopo uno sbaglio puoi continuare a vivere, ma se non altro non hai il rimpianto di non sapere come sarebbe potuto andare.
La tragica beffa della vita è che capisci le regole del gioco quando ormai non è più tempo di giocare.
Il mio sguardo nuovo, su di bianche nuvole, ancora volto su terre non mie. Pesante fardello reca il mio cuore, groppa provata da generosa soma conduce il mio essere a nuove prove, amaro è l’abbandono, non scevro del fiele del ritorno. Arduo è il pensiero che, non rinverdendo il cammino, su impervio e perituro sentier s’addentra.Dell’esser mio ho fatto merce, del valor, soldo, per un sorriso mi son fatto creta, per un bacio arrendevole acqua. Ancor vedo il librarsi del candido cencio e, già il verbo cambia melodia, il desio ancor resiste, forte, bramoso del pugno di natia terra a ricoprir il volto, ormai inane e vuoto, del soffio amoroso si lungo negato.
Finché c’è memoria i ricordi non moriranno.
Nulla nasce, nulla cresce, nulla si combina con chi non ha nel cuore il proprio bambino.