Carl William Brown – Libri
Chissà perché l’autorità non vede di buon occhio i libri contro la stupidità.
Chissà perché l’autorità non vede di buon occhio i libri contro la stupidità.
Anch’io ho paura. (…) Stasera anch’io, per la prima volta, sento la morte al mio fianco e ho scoperto che in fin dei conti questa maledetta vita mi piace, mi piace proprio.
Prima o poi… quando tutte le piume torneranno da me… ricorderò senz’altro ciò che eri per me… Shaoran.
Stanno stretti sotto i letti, sette spettri a denti stretti.
Savannah riprese a leggere. Recitò poesie per oltre un’ora, e ognuna era legata a una vicenda personale. Una ragazza, nata da genitori poveri nel South Carolina, era cresciuta scalza e abbronzata fra le paludi presso Colleton, aveva imparato a calcolare le stagioni in base alle migrazioni dei gamberi e degli uccelli selvatici e alla raccolta dei pomodori, aveva visto sorgere in sé la fiamma di una singolare personalità, aveva alimentato quella fiamma, aveva giurato a sé stessa di essere diversa, aveva sentito il linguaggio agitarsi in lei così come udiva le civette stridere in cima al granaio e i campanacci delle boe rintoccare nei canali. Poi il mondo era passato al contrattacco, come sempre, e la bambina, inerme e triste, aveva cominciato a battersi contro la ferocia e la crudeltà di quel mondo. Nelle ultime poesie, Savannah parlava dei suoi crolli, dei suoi demoni, della sua insania. Ne parlava con stupore e rispetto e accorante tristezza.
All’epoca lei aveva 20 anni ed io 34; diceva che ero troppo vecchio, ma io le dissi di non preoccuparsi, quando lei ne avrebbe avuti 30 ed io 44, l’avrei lasciata e sarei nuovamente andato con una di 20; infatti come spiega un vecchio adagio taoista:”Più giovane è la tua donna, più sono gli anni che aggiungi alla tua vita.”
Quello che è lo scopo di ogni scittore: comunicare un’impressione che non si potrà più dimenticare.