Carla Compierchio – Speranza
La speranza è il sole della nostra vita: la scalda e la fa brillare.
La speranza è il sole della nostra vita: la scalda e la fa brillare.
Le speranze se coltivate con amore e pazienza prima o poi daranno frutti meravigliosi con i colori più belli che possono vedere i nostri occhi, quelli della felicità di chi amiamo e della nostra.
E non si tratta di essere più brava, più coraggiosa, più forte. È che arriva quello che poi si chiama punto di non ritorno, ché può darsi sia giusto o sbagliato, ché non è lo stesso per tutti: Quando prendi il coraggio e guardi in faccia la verità, perché ci si stufa della solitudine, di arrabbiarsi, e quindi ti convinci che non puoi più far finta di niente, non puoi più girare la testa dall’altra parte per non guardare, è difficile ma la vita che hai dentro ti incita, ti prende per mano, e ti da la forza di rinascere, di affrontare quello che arriva senza nascondersi dietro un sorriso di circostanza. Arriva la prima onda, mi bagna, mi asciugo. Ne arriva un’altra, nel frattempo ho imparato a non averne più paura e guardo, mi guardo intorno e afferro, afferro quella mano che mi aiuterà a prendere fiato tra un’onda e l’altra, e se non arriva la stampella a cui aggrapparmi, pazienza è arrivato il momento di imparare a nuotare da sola.
Nel buio della notte troviamo luce nei sogni, nel buio del giorno la troviamo nella speranza.
Era facile riconoscermi: io ero quella che si nascondeva durante i discorsi tra amici, che sorrideva poco e parlava meno. Ero quella che quando mancava, gli altri se ne accorgevano poco. Una gran regista ero: i miei film mentali avrebbero vinto l’oscar. Ma poi ho afferrato la tua mano quando ero piena di perché, quando tremavo senza il calore delle emozioni, quando mi nascondevo, quando scappavo, quando non mi raccontavo. Adesso mi emoziono e piango, anche per la gioia e scrivo, e mi rileggo per sentirlo ancora quel calore.
La speranza di vita è l’ultima a morire.
Cose nascoste, sentimenti che non mostri subito. Vuoi fiducia e allora si che non li…
Le speranze se coltivate con amore e pazienza prima o poi daranno frutti meravigliosi con i colori più belli che possono vedere i nostri occhi, quelli della felicità di chi amiamo e della nostra.
E non si tratta di essere più brava, più coraggiosa, più forte. È che arriva quello che poi si chiama punto di non ritorno, ché può darsi sia giusto o sbagliato, ché non è lo stesso per tutti: Quando prendi il coraggio e guardi in faccia la verità, perché ci si stufa della solitudine, di arrabbiarsi, e quindi ti convinci che non puoi più far finta di niente, non puoi più girare la testa dall’altra parte per non guardare, è difficile ma la vita che hai dentro ti incita, ti prende per mano, e ti da la forza di rinascere, di affrontare quello che arriva senza nascondersi dietro un sorriso di circostanza. Arriva la prima onda, mi bagna, mi asciugo. Ne arriva un’altra, nel frattempo ho imparato a non averne più paura e guardo, mi guardo intorno e afferro, afferro quella mano che mi aiuterà a prendere fiato tra un’onda e l’altra, e se non arriva la stampella a cui aggrapparmi, pazienza è arrivato il momento di imparare a nuotare da sola.
Nel buio della notte troviamo luce nei sogni, nel buio del giorno la troviamo nella speranza.
Era facile riconoscermi: io ero quella che si nascondeva durante i discorsi tra amici, che sorrideva poco e parlava meno. Ero quella che quando mancava, gli altri se ne accorgevano poco. Una gran regista ero: i miei film mentali avrebbero vinto l’oscar. Ma poi ho afferrato la tua mano quando ero piena di perché, quando tremavo senza il calore delle emozioni, quando mi nascondevo, quando scappavo, quando non mi raccontavo. Adesso mi emoziono e piango, anche per la gioia e scrivo, e mi rileggo per sentirlo ancora quel calore.
La speranza di vita è l’ultima a morire.
Cose nascoste, sentimenti che non mostri subito. Vuoi fiducia e allora si che non li…
Le speranze se coltivate con amore e pazienza prima o poi daranno frutti meravigliosi con i colori più belli che possono vedere i nostri occhi, quelli della felicità di chi amiamo e della nostra.
E non si tratta di essere più brava, più coraggiosa, più forte. È che arriva quello che poi si chiama punto di non ritorno, ché può darsi sia giusto o sbagliato, ché non è lo stesso per tutti: Quando prendi il coraggio e guardi in faccia la verità, perché ci si stufa della solitudine, di arrabbiarsi, e quindi ti convinci che non puoi più far finta di niente, non puoi più girare la testa dall’altra parte per non guardare, è difficile ma la vita che hai dentro ti incita, ti prende per mano, e ti da la forza di rinascere, di affrontare quello che arriva senza nascondersi dietro un sorriso di circostanza. Arriva la prima onda, mi bagna, mi asciugo. Ne arriva un’altra, nel frattempo ho imparato a non averne più paura e guardo, mi guardo intorno e afferro, afferro quella mano che mi aiuterà a prendere fiato tra un’onda e l’altra, e se non arriva la stampella a cui aggrapparmi, pazienza è arrivato il momento di imparare a nuotare da sola.
Nel buio della notte troviamo luce nei sogni, nel buio del giorno la troviamo nella speranza.
Era facile riconoscermi: io ero quella che si nascondeva durante i discorsi tra amici, che sorrideva poco e parlava meno. Ero quella che quando mancava, gli altri se ne accorgevano poco. Una gran regista ero: i miei film mentali avrebbero vinto l’oscar. Ma poi ho afferrato la tua mano quando ero piena di perché, quando tremavo senza il calore delle emozioni, quando mi nascondevo, quando scappavo, quando non mi raccontavo. Adesso mi emoziono e piango, anche per la gioia e scrivo, e mi rileggo per sentirlo ancora quel calore.
La speranza di vita è l’ultima a morire.
Cose nascoste, sentimenti che non mostri subito. Vuoi fiducia e allora si che non li…