Carlo Dossi – Libri
Io non scrivo mai il mio nome sui libri che compro se non dopo averli letti, perché allora soltanto posso dirli miei.
Io non scrivo mai il mio nome sui libri che compro se non dopo averli letti, perché allora soltanto posso dirli miei.
Possa svegliarsi fra i tormenti! – gridò Heathcliff con una spaventosa veemenza, picchiando i piedi, ruggendo di dolore in un improvviso parossismo d’irresistibile passione. – Sì, sì, bugiarda fino alla fine! Dov’è dunque? Non là… non in cielo… scomparsa, dove? Ah, tu dicevi che non t’importava nulla delle mie sofferenze! Ed io faccio una preghiera, e la ripeterò fin che la mia lingua si secchi: Catherine Earnshaw, possa tu non trovar mai riposo fin ch’io vivo! Tu dici che io ti ho uccisa: tormentami, allora. Le vittime perseguitano i loro assassini, io credo. Io so di fantasmi che hanno errato sulla terra. Sta sempre con me… prendi qualunque forma… rendimi pazzo! Ma non lasciarmi in questo abisso, dove non ti posso trovare! Oh Dio, è impossibile! Non posso vivere senza la mia vita, non posso vivere senza la mia anima!
Jasper Gwyn mi ha insegnato che non siamo personaggi, siamo storie. Ci fermiamo all’idea di essere un personaggio impegnato in chissà quale avventura, anche semplicissima, ma quel che dovremmo capire è che noi siamo tutta la storia, non solo quel personaggio. Siamo il bosco dove cammina, il cattivo che lo frega, il casino che c’è attorno, tutta la gente che passa, il colore delle cose, i rumori.
La gente sarebbe capace di raccontare qualsiasi bugia, la più enorme menzogna, pur di farti credere che conosce la verità.
Travis si mise a sorseggiare la birra in silenzio, lo sguardo perso in lontananza sull’acqua…
Leggere un libro è entrare con i passi di un bambino in un’isola misteriosa, inseguendo i voli dell’immaginazione.
“È come essere stati ammessi in paradiso e poi esserne cacciati” Seth.