Carlo Maria Martini – Religione
Signore, abbiamo costruito sulla sabbia senza di te, ma con te costruiremo sulla roccia.
Signore, abbiamo costruito sulla sabbia senza di te, ma con te costruiremo sulla roccia.
Da allora abbiamo parlato molto di fede: quella adamantina secondo cui il medico misura ogni momento della sua giornata e quella cosa sottile e malconcia che è quanto rimane della mia. La vedo come un tessuto sbiadito di una bandiera su un bastione, perforata dai colpi e, se un tempo recava un’insegna, ora nessuno potrebbe dire quale fosse. Ho detto ad Ahmed Bey che non posso più affermare di avere fede. Speranza, forse. Abbiamo convenuto che per ora può bastare.
La differenza tra noi e Dio è che lui crede in noi.
Dio benedica Dio!
Nella grotta dell’universo, le gocce di intelligenza scendono dalla filosofia fino al vaso dell’evoluzione, riempiendo con progresso l’infinito vuoto dell’animo umano, appesantendo i vecchi sensi di colpa, distaccano ad uno ad uno, i chiodi arrugginiti delle religioni da cui è sorretto. Toccato la terra, il liquido incomincia a disperdersi nella sgomentata roccia, finché un uomo di intelligenza superiore, capitato per caso, dall’esempio del passato, si sente come in dovere di appenderlo di nuovo, con chiodi che sembrano sorreggerlo dai soli occhi delle persone.
Dio è ammesso per fede proprio perchè Dio esiste solo nella fede, ovvero nella fantasia dell’uomo.
La religione è un male necessario che può essere anche un bene, ma il suo obbligo ereditario o indotto molto spesso fa più male che bene.