Carlo Peparello – Libri
Uno scrittore vive dei propri pensieri e alimenta quelli degli altri.
Uno scrittore vive dei propri pensieri e alimenta quelli degli altri.
Una storia, in effetti, ce l’avevo. Me l’ero inventata una mattina a scuola. Ma le mie storie le tenevo per me, perché se le raccontavo si sciupavano subito come i fiori di campo tagliati e non mi piacevano più. Però questa volta era diverso.
Se qualcuno ti chiede di perdere la tua dignità, quel qualcuno non vale niente. Se tu lo fai, non vali niente tu.
Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare.
A lei si sarebbe arreso sempre, qualsiasi cosa gli avesse chiesto.
Era come se l’avessero rubata, quella felicità, anzi come se l’avessero trovata per caso e se la fossero portata via di corsa, perché in realtà apparteneva a qualcun altro e loro non ne avevano alcun diritto.
Loro due erano stati qualcosa, un tempo. Come spesso succede nelle vicende umane, avevano rappresentato l’uno per l’altra quel tanto sufficiente a trasformarli adesso in due sconosciuti.