Carlos Ruiz Zafón – Libri
Una delle tante insidie dell’infanzia è che non è necessario capire per soffrire.
Una delle tante insidie dell’infanzia è che non è necessario capire per soffrire.
“Qual è stata l’ultima volta che ti ho baciata?” Chiede lui posandole una mano sul collo.”Ben un minuto fa.””Un’eternità”, mormora lui stringendola a sé.
L’ossessione del suicidio è propria di colui che non può né vivere né morire, e la cui attenzione non si allontana mai da questa duplice impossibilità.
La maggior parte degli scrittori lavora solo per guadagnare due lire, ecco perché la qualità delle loro opere è così scadente.
È facile uccidersi senza morire, chissà quanti di noi lo fanno e si accorgono solo troppo tardi di aver sprecato la loro vita, piano piano ci si abitua a tutto. E io mi chiedevo, allora, senza ricevere risposta: per essere fedeli agli altri è giusto continuare ad essere infedeli a se stessi?
La strada è sempre decisa, non però in senso fatalistico. Sono il nostro continuo respirare, gli sguardi, i giorni che si susseguono a deciderla naturalmente.
La sorpresa di non sedermi accanto, di sedermi e basta, di parlar agli altri e non guardarla mentre mi ascoltava, la sorpresa di parlare e basta, e tutto il resto del da farsi senza una sua parola, il da farsi e basta, mi faceva sbandare, la sorpresa.