Catherine Dunne – Libri
Ogni giorno ha la sua pena. Quanto basta per arrivare a sera.
Ogni giorno ha la sua pena. Quanto basta per arrivare a sera.
L’autore è il primo lettore del suo testo, il primo critico di sé stesso.
“Sentirò la tua mancanza, Jonathan.””Che dici mai? Sully, vergogna! Via, non dire sciocchezze! Cosa studiamo a fare, tutto il giorno? Se la nostra amicizia dipendesse da cose come lo spazio e il tempo, allora, una volta superato lo spazio e il tempo, noi avremmo anche distrutto questo nostro sodalizio! Non ti pare? Ma se superi il tempo e lo spazio, non vi sarà nient’altro che l’Adesso e il Qui, il Qui e l’Adesso. E non ti sa che, in questo Hic et Nunc, noi avremo occasione di vederci, eh, ogni tanto?”
Ecco una donna la quale non si immagina che noi andiamo alla morte per lei!
Lui andò a ovest, e io a est. La cosa, detta così, può sembrare divertente. In realtà vissi il dilemma di non saper dare un senso né alla sua mancanza né alla sua presenza. Ero malata, come tante altre persone che non sanno d’esserlo, e pensano che al mondo si esista per soffrire, essere stupidi, o lottare per una causa, o rimbecillirsi di lavoro.
Alcuni scrittori creano la retorica della stupidità, altri la individuano e la combattono. I primi sono di gran lunga più numerosi.
Leggere romanzi a lieto fine è peggio che ubriacarsi: ti illude di poter essere felice.