Catia Ciullo – Stati d’Animo
Riscoprire in un attimo, la voglia di stare insieme, quella complicità di un tempo che poi i problemi avevano rovinato! Ora qui, come allora, trovarsi a scherzare e a ridere di se stessi!
Riscoprire in un attimo, la voglia di stare insieme, quella complicità di un tempo che poi i problemi avevano rovinato! Ora qui, come allora, trovarsi a scherzare e a ridere di se stessi!
Hai presente quando hai tutto per essere felice ma… ti guardi allo specchio e non lo sei?E quando sei in un mucchio di gente ma se ci pensi bene non sei altro che solo.Solo… perché hai un problema che è solo tuo e solo tu puoi risolverlo…Poi basta una cretinata e tutto va via… e ti domandi se davvero sei solo,Perché se è così allora non puoi dimenticare tutto di colpo.E ti confondi… e vuoi solo startene lì, nel tuo posto… a stringerti forte, al caldo del tuo cuore e pensare.
Non puoi fingere tra le braccia di chi ami. Puoi nascondere il tuo volto, ma non le emozioni del tuo cuore.
Quando si è costantemente ansiosi, a prescindere da quale sia l’oggetto delle nostre preoccupazioni, si genera un’energia negativa che grava su di noi come una nube e respinge ogni positività, creando un senso di sventura imminente. Dobbiamo provare ripetutamente ad affrontare le negatività e superarle, attraversare quella nube, e andare oltre!, oltre a quella nube nera splende il sole, sempre!
Di te non cancellerei nulla, solo la tua assenza.
Ti auguro pace, solo pace. Dentro c’è l’elevazione dello spirito che da che si china a raccogliere il profumo dei fiori ne porge l’essenza ad ogni profilo di luna.
Io le parole le conservo. Mastico l’impronunciabile, sempre umido di qualche lacrima che mi vesta di verità. Giro il capo a ieri e mi sembra sia passata una vita e mezza. Prendo una scorciatoia e sento ancora la tua voce. Giù, in caduta libera sulle risate. Lì, con gli occhi lucidi per le volte in cui tacevo. E più tacevo e più mi zittivi. Strane le mie mani, conca vuota, i palmi che s’allargano in segno d’arresa e di disfatta, come a voler dire “pazienza” al cielo. Se un’unghia mi diventasse lama e mi tagliasse il petto con uno squarcio verticale, mi uscirebbero le emozioni oblique e i pensieri liquidi, ancora caldi della tua presenza. Ma è assenza. Ed è tempo che scorre. Nulla che perdoni. Niente che resti. Il cuore si vanifica, arrestato da un groviglio di vene. Rimango così, silenziosa e fredda e ho venduto perfino la carne, ché non mi veste più nulla. Spoglia e brulla come una casa disabitata che ha dato le spalle al sole.