Charles François Dupuis – Nemico
Per quanto sia bella una rivale, una donna non ha mai veduto nulla di più orribile.
Per quanto sia bella una rivale, una donna non ha mai veduto nulla di più orribile.
Ho buona memoria cara ex amica, ricordo bene la tua cattiveria. La sola cosa che ti dissi fu: tempo al tempo e tutto ti tornerà indietro. Quel giorno è arrivato e con il sorriso sulle labbra ti chiedo: ora che tocca a te, come stai?
Quando decidi di combattere una battaglia non far fede ad un esercito, ma alla tua capacità di affrontare il nemico con la tua forza.
Nessun giornale, telegiornale o ente di propaganda mai potrà dirmi chi è il mio nemico, né tantomeno deciderlo per mio conto.
Oggi avere un nemico vuol dire odiare. Quando i valori della vita erano saldi e conosciuti voleva dire sempre e comunque rispetto.
Pensare che la pazzia ci possa ghermire non è follia, accade in un istante che i circuiti elettrici fan massa et voilat, pazzi, magari molesti, potenziali assassini seriali. Bene, ho voluto mettermi avanti col lavoro, essendo tendenzialmente un “peace & love” amante delle vita, penso chi potenzialmente possano essere le mie future vittime. Con naturalezza estrema probabilmente mi darebbe soddisfazione fare il serial-killer dei vigili urbani, mi rendo conto istantaneamente che non è un pensiero giusto e lo rimuovo con un sorriso. Medito e rimembro che la maggior parte dei killer-seriali uccidono le prostitute… e allora l’idea delle mie vittime diventassi folle mi appare chiara e decisa. Le “professioniste” sono una categoria troppo debole, subiscono delle tristezze infinite senza capire che in fondo non sono loro le vittime, derise, umiliate, spesso sfruttate… quindi ho deciso, sarò il serial-killer dei serial-killer.
Le nostre frequentazioni tra nemici sono tentativi di trasfusione tr’anèmici.