Chiara Libero – Frasi Sagge
Non è importante come si scrive, ma quello che si scrive.
Non è importante come si scrive, ma quello che si scrive.
Non è nella ricchezza che si può trovare la felicità, non è nei gesti eclatanti che si trova l’amore, la vera essenza della vita è nella semplicità, in quella voglia estrema che ancora abbiamo nel Cuore di sorprenderci delle cose semplici, di come questo fiore abbia la forza di resistere li in mezzo all’asfalto. Se impareremo ad essere come quel fiore, le durezze e le asperità della vita ci faranno meno paura, e potremo regalare un sorriso in più alla persona che abbiamo nel cuore.
Esiste quel singolo attimo nell’infinito capace di travolgere un cuore e stravolgere la vita!
Si dovrebbe imparare di più a gioire per le vittorie altrui, a non sorridere dei loro guai, a non approfittarsi della loro bontà e a non deriderli se sbagliano.
La forza risiede nel cuore, la nobiltà e nell’animo, si può riconoscere dalle fondamenta su cui si sorregge un persona.
Avremo mai la convinzione di essere amati nonostante quello che siamo? No; possiamo avere solo la consapevolezza, perché convinti non si è mai, a meno che veramente un essere umano non ha vicino la lealtà e soprattutto l’amore di chi lui stesso ama. Il “nonostante quello che siamo” non potrà mai dare la convinzione.Un’anima va scoperta giorno per giorno… a volte però la scoperta si basa solo sulla convenienza, cioè su quello che si può avere da essa. La nostra convinzione decade nel momento in cui ci rendiamo conto che nulla eravamo per gli altri e “nonostante” tutto in realtà non ci amavano per “quello che siamo”.
Genio: che cosa è il piacere?Tasso: non ne ho tanta pratica da poterlo conoscere che cosa sia.Genio: nessuno lo conosce per pratica, ma solo per ispeculazione: perché il piacere è un subbietto speculativo, e non reale; un desiderio, non un fatto; un sentimento che l’uomo concepisce con il pensiero, e non prova; o per dir meglio un concetto, e non un sentimento. Non vi accorgete voi che nel tempo stesso di qualunque vostro diletto, ancorché desiderato infinitamente, e procacciato con fatiche e molestie indicibili; non potendovi contentar il goder che fate in ciascuno di quei momenti, state sempre aspettando un goder maggiore e più vero, nel quale consista in somma quel tal piacere; e andate quasi riportandovi di continuo agl’istanti futuri di quel medesimo diletto? Il quale finisce sempre innanzi al giungere l’istante che vi soddisfaccia; e non vi lascia altro bene che la speranza cieca di goder meglio e più veramente in altra occasione, e il confronto di fingere e narrare a voi medesimi di aver gouto, con raccontarlo anche agli altri, non per sola ambizione, ma per aiutarvi al persuaderlo che vorreste pur fare a voi stessi. Però chiunque consente di vivere, nol fa in sostanza ad altro effetto né con un’altra utilità che di sognare; cioè credere di avere a godere, o di aver goduto; cose ambedue false e fantastiche.