Chiara Marchesano – Frasi Sagge
Recidere un lungo passato fatto di certezze è strappare ferocemente una parte di sé. Non si ha il tempo di piangere né di urlare. Si può solo cercare di reinventarsi una nuova vita.
Recidere un lungo passato fatto di certezze è strappare ferocemente una parte di sé. Non si ha il tempo di piangere né di urlare. Si può solo cercare di reinventarsi una nuova vita.
È più facile combattere con un leone al giorno, che ingoiare il veleno regalato da chi te lo offre camuffato da dolcezza.
L’unica capace di giudicare è la parte in causa, ma essa, come tale, non può giudicare. Perciò nel mondo non esiste una vera possibilità di giudizio, ma solo il suo riflesso.
L’ira è un’erbaccia, l’odio è l’albero.
Non c’è nessuna differenza tra le mie lacrime e la pioggia. Le lacrime lavano la malinconia, la pioggia il fango del mondo.
Domandatevi di una qualsiasi cosa, comportamento: è giusta o sbagliata? Poi chiedetevi il perché, ed il perché della risposta data al primo perché, e ancora se serve, fino ad arrivare alla seguente risposta o simile: non si sa cosa è sbagliato e cosa è giusto, non sappiamo tutto con certezza della vita, o ancor meno: Nulla.
Io archivio sempre le mie esperienza passate, non mi va di riviverle. Ci penso, a volte, e basta. Sono una parte di me, ma nella mia testa hanno un termine che coincide con la completezza di ciò che da quella esperienza ho avuto. Completezza non come perfezione, ma come crescita interiore. Che percepisco mia. La certezza che riviverle mi porti a confrontare gli stati d’animo passato e attuale, mi rovina decisamente il desiderio stesso di riprovarci. Ero io. Sono stata io. Sono io. E un giorno sarò io. Prima di allora nulla potrà ripetersi con la stessa intensità.
È più facile combattere con un leone al giorno, che ingoiare il veleno regalato da chi te lo offre camuffato da dolcezza.
L’unica capace di giudicare è la parte in causa, ma essa, come tale, non può giudicare. Perciò nel mondo non esiste una vera possibilità di giudizio, ma solo il suo riflesso.
L’ira è un’erbaccia, l’odio è l’albero.
Non c’è nessuna differenza tra le mie lacrime e la pioggia. Le lacrime lavano la malinconia, la pioggia il fango del mondo.
Domandatevi di una qualsiasi cosa, comportamento: è giusta o sbagliata? Poi chiedetevi il perché, ed il perché della risposta data al primo perché, e ancora se serve, fino ad arrivare alla seguente risposta o simile: non si sa cosa è sbagliato e cosa è giusto, non sappiamo tutto con certezza della vita, o ancor meno: Nulla.
Io archivio sempre le mie esperienza passate, non mi va di riviverle. Ci penso, a volte, e basta. Sono una parte di me, ma nella mia testa hanno un termine che coincide con la completezza di ciò che da quella esperienza ho avuto. Completezza non come perfezione, ma come crescita interiore. Che percepisco mia. La certezza che riviverle mi porti a confrontare gli stati d’animo passato e attuale, mi rovina decisamente il desiderio stesso di riprovarci. Ero io. Sono stata io. Sono io. E un giorno sarò io. Prima di allora nulla potrà ripetersi con la stessa intensità.
È più facile combattere con un leone al giorno, che ingoiare il veleno regalato da chi te lo offre camuffato da dolcezza.
L’unica capace di giudicare è la parte in causa, ma essa, come tale, non può giudicare. Perciò nel mondo non esiste una vera possibilità di giudizio, ma solo il suo riflesso.
L’ira è un’erbaccia, l’odio è l’albero.
Non c’è nessuna differenza tra le mie lacrime e la pioggia. Le lacrime lavano la malinconia, la pioggia il fango del mondo.
Domandatevi di una qualsiasi cosa, comportamento: è giusta o sbagliata? Poi chiedetevi il perché, ed il perché della risposta data al primo perché, e ancora se serve, fino ad arrivare alla seguente risposta o simile: non si sa cosa è sbagliato e cosa è giusto, non sappiamo tutto con certezza della vita, o ancor meno: Nulla.
Io archivio sempre le mie esperienza passate, non mi va di riviverle. Ci penso, a volte, e basta. Sono una parte di me, ma nella mia testa hanno un termine che coincide con la completezza di ciò che da quella esperienza ho avuto. Completezza non come perfezione, ma come crescita interiore. Che percepisco mia. La certezza che riviverle mi porti a confrontare gli stati d’animo passato e attuale, mi rovina decisamente il desiderio stesso di riprovarci. Ero io. Sono stata io. Sono io. E un giorno sarò io. Prima di allora nulla potrà ripetersi con la stessa intensità.