Cirillo Filippo Vescera – Società
Siamo ignari di essere custodi della propria salute, in un mondo che si ciba del nostro male.
Siamo ignari di essere custodi della propria salute, in un mondo che si ciba del nostro male.
Arbeit macht frei. Se almeno non ci fosse tanto freddo. O tanta fame. Se le ali di tutto ciò che vola avessero conservato i colori, la leggerezza. Le gole il canto, i viottoli i piccoli rumori del giorno. L’odore del caffè, della zuppa di cavolo, del miele pronto per i dolci. Se ci fossero ancora le ragazze di maggio, gonne svolazzanti, gambe snelle al volteggiare di danza. E i ragazzi timidi e sfrontati, giovani cervi a misurare il palco delle muschiose corna, tra risate e urti di spalle. E i bambini, i loro trilli e cinguettii, il loro pianto di capriccio, l’urlo del mal di pancia e le madri, carezze e balbettii di zucchero, calore di seni turgidi e profumo di sapone Quanto silenzio invece rotto da respiri in rantolo, da voci secche, strusciar di piedi e tosse. E l’odore che regna sovrano è nel grigio fumo dei camini.
I bambini devono imparare che hanno la possibilità di scegliere. Crederanno di poter scegliere soltanto se offrite loro alternative. I suicidi, ad esempio, sono coloro che vedono l’aspetto più limitato della vita, che non hanno scelta.
La disuguaglianza sociale ed economica è stata sancita dal governo della stupidità.
Per salvare l’Italia dal default (bancarotta, fallimento) la classe politica ha previsto per il popolo italiano tagli, sacrifici, lacrime e sangue. Ma i nostri cari (nel senso di costosi) parlamentari che tra indennità parlamentare, rimborsi a vario titolo, spese varie, vantaggi a bizzeffe e vitalizi d’oro, per salvare l’Italia, non rinunciano a nessuno dei loro privilegi. Tutto grava sulle spalle del popolo italiano che con stipendi e pensioni da fame è chiamato a salvare la Patria.
A volte indagini fatte con i piedi e false testimonianze portano a sentenze emesse con una testa che ha giudicato solo in base ad indagini fatte con i piedi ed a false testimonianze.
Non dobbiamo sottovalutare mai le provviste primarie, quando finiranno le rimpiangeremo.