Cirillo Vescera – Società
Nella vita, dove c’e tirannia c’e schiavitù.
Nella vita, dove c’e tirannia c’e schiavitù.
Rivivere i borghi ed i centri storici, togliere cemento e piantare alberi, tutelare le testimonianze del passato, tornare ai nostri ieri migliori, perché Dio per chi crede o la natura per chi non crede, possano cominciare a pensare di perdonarci e ci aiutino a creare una italia migliore.
Mi rivolgo a chi ha lanciato l’idea di farmi pervenire le stampelle per sostenere la mia “deambulazione” e quella dell’attuale Governo, per precisare che non vi è alcun bisogno. Desidero inoltre fare presente che non possiedo “i miliardi”, dato che ho sempre destinato le mie modeste risorse a favore, non soltanto delle persone bisognose, ma anche per sostenere cause sociali di prioritaria importanza. A quanti hanno dimostrato di non possedere le mie stesse “facoltà”, mentali e di comportamento, esprimo il più profondo sdegno non per gli attacchi personali, ma perché le loro manifestazioni riconducono a sistemi totalitari di triste memoria.
Si scrive giustizia, si pronuncia fortuna.
L’uomo delle caverne viveva per sopravvivere, l’uomo della società di oggi sopravvive per vivere.
Durezza e dolcezza equamente miscelate producono l’equilibrio perfetto nei processi di chiarificazione delle situazioni.
Un professore disse: “La gente non è interessata alla libertà, ma alle uova e al prosciutto.” Al che ho replicato: “Dieci anni in prigione con solo uova e prosciutto a colazione possono curare tutto ciò.”