Claes Oldenburg – Arte
Sono dell’idea che un’arte dovrebbe dire l’ora del giorno, o dove si trovi una certa strada. Sono dell’idea che un’arte dovrebbe aiutare le anziane signore ad attraversare la strada.
Sono dell’idea che un’arte dovrebbe dire l’ora del giorno, o dove si trovi una certa strada. Sono dell’idea che un’arte dovrebbe aiutare le anziane signore ad attraversare la strada.
Non ci deve essere un’arte staccata dalla vita: cose belle da guardare e cose brutte da usare.
L’artista dilettante imita, quello professionista ruba.
Il nero è un’entità, una presenza significante.Il nero non è anticolore, è colore morale.Il nero è anche protesta, come il bianco ha valore di pace.Nato dalle terre, dalle ocre gialle, rosse, brune dei primi anni, negli anni’40, dai grigi nelle loro infinite cadenze (degli anni’50), dai bianchi crudi e secchi, io ho trovato nel nero un punto di appoggio. Mi pare un riconoscimento essere stato considerato un pittore del nero. Anzi, un privilegio.Anche se, quando i neri di Hartung o di Kline non erano consueti, si veniva considerati “troppo tristi e severi”. Il nero è il piacere di non essere di moda. E il dolore di leggere uno sguardo severo negli occhi di chi guarda.
Ognuno fa la sua arte alla sua maniera, o conoscendo la gioia del salire in frecce verso astrali riposi o quella del discendere nelle miniere dove gremogliano fiori di cadaveri e di fertili spasimi. Stalattiti: cercarle dovunque, nelle mangiatoie allargate dal dolore, con gli occhi bianchi come le lepri degli angeli.
Un elemento fondamentale che mi ha portato verso la moda è stata la passione, la necessità quasi fisica, di un rapporto diretto con la materia del mio creare.
Dipingere è iniziare a guardare con gli occhi dell’anima il disegno che lei detta.