Claudia Marangoni – Vita
Non capisco le persone che si alzano una mattina e decidono improvvisamente che le persone non sono più importanti per loro.
Non capisco le persone che si alzano una mattina e decidono improvvisamente che le persone non sono più importanti per loro.
Dicono di non pensarci, di non rimuginarci su perché altrimenti perdi la cognizione della realtà, ché altrimenti continui a vivere lo stesso momento senza accorgerti che intanto sono passati interi giorni. Ma come si fa a non pensarci? Come si fa a non pensare a qualcosa o a qualcuno se ci sono miriadi di cose che ti ricordano quella persona, che ti creano un turbinio di emozioni che ti trasporta in alto, sempre più in alto, per poi scaraventarti con violenza in faccia alla realtà? Io resto dell’idea che non si può evitare di pensare a qualcuno, se il tuo cuore batte proprio grazie a quel qualcuno.
Ricorda: perché nel ricordo c’è il pensiero;pensa: perché nel pensiero c’è l’amore;ama: perché nell’amore c’è la vita;vivi: perché nella vita c’è chi ti dirà “ti voglio bene”.
I giorni hanno un sapore diverso l’uno dall’altro: Per questo la nostra lingua si divide in: aspro, amaro, dolce. Così che noi possiamo assaporare tutti gli aspetti della vita. Poi resta solo un passo da fare: Ingoiare il boccone.
La schiettezza spesso ti mette al rogo, vengo arsa viva ogni giorno, ma tutte le volte rinasco più me stessa di prima.
Un’insegnante chiese agli scolari della sua prima elementare di disegnare qualcosa per cui sentissero di ringraziare il Signore. Pensò quanto poco di cui essere grati in realtà avessero questi bambini provenienti da quartieri poveri. Ma sapeva che quasi tutti avrebbero disegnato panettoni o tavole imbandite.L’insegnante fu colta di sorpresa dal disegno consegnato da Tino: una semplice mano disegnata in maniera infantile.Ma la mano di chi?La classe rimase affascinata dall’immagine astratta. “Secondo me è la mano di Dio che ci porta da mangiare” disse un bambino. “Un contadino” disse un altro, “perché alleva i polli e le patatine fritte”.Mentre gli altri erano al lavoro, l’insegnante si chinò sul banco di Tino e domandò di chi fosse la mano. “È la tua mano, maestra” mormorò il bambino.Si rammentò che tutte le sere prendeva per mano Tino, che era il più piccolo e lo accompagnava all’uscita. Lo faceva anche con altri bambini, ma per Tino voleva dire molto.Hai mai pensato al potere immenso delle tue mani?
Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla.