Claudio Visconti De Padua – Destino
Quando smetteremo di dire perché? Sarà il destino a divertirsi con noi nel proporci continuamente indovinelli?
Quando smetteremo di dire perché? Sarà il destino a divertirsi con noi nel proporci continuamente indovinelli?
La anime sensibili sono rarissime: risorgono tanto spesso, quanto muoiono.
Vi sono dolori che non bisogna sfuggire, poiché spesso da un male si arriva a un bene.
La carne di cui sono fatto non conosca riposo, sollievo, estasi o tregua se la stessa che mi compone non combatta, con l’ultima delle cellule che la compone, a cambiare la più grande convenzione del genere umano: “il destino”.Non esiste il destino; esiste la molteplicità di “opere, fatti, parole, comportamenti” e l’essere nella sua infinita espressione concettuale convenzionale, bigotta e retrograda che “il destino” prende senso a cui noi attribuiamo le colpe o le fortune della nostra vita.Il destino è la conseguenza dell’essere umano che con il suo limite fatto di una materia, spesso, non alimentata, la stessa, che con altra materia nell’implosione esistenziale chiamata miseramente “destino”.
Tanto moriremo tutti: spassiamocela finché siamo in tempo.
In silenzio aprii il mio cuore e ne fece la sua perenne dimora!
È nel presentarmi ambiziosa alla Vita che la mia mano espia tradita. Riflessi di polvere nel dunque, ovunque a ribadirmi l’assenza di ogni rinnegata presenza che liquida un giorno giunse avanzando pretese con bocche, a dire.