Claudio Visconti De Padua – Religione
Vorrei credere in un Dio che abbia a cuore almeno le sofferenze dei bambini, ma non risponde.
Vorrei credere in un Dio che abbia a cuore almeno le sofferenze dei bambini, ma non risponde.
Siamo tutti alla ricerca di una soluzione finale, di una bramosa aspettativa, che attendiamo ansiosamente, una rivelazione, un cambiamento, un dirottamento del destino, siamo tutti alla ricerca di un qualcosa che muti la nostra vita in meglio. Il problema è che non sappiamo cosa sia.
Taci nei labirinti delle emozioni e, mentre tenti invano di velare l’amore che hai dentro,…
Io definisco l’ateo come a una persona che entra in una casa, trova una tavola imbandita di cibi succulenti, approfittando ne mangia a sazietà, e poi dice a e stesso: Chi ha preparato questi cibi non esiste.
Che cosa è questo Dio che fa morire Dio per placare Dio?
Lasciate pure che il sole tramonti, ma evitate di far tramontare in voi la speranza.
Siccome negli ultimi momenti della creatura umana, il prete, profittando dello stato spossato in cui si trova il moribondo, e della confusione che sovente vi succede, s’inoltra, e mettendo in opera ogni turpe stratagemma, propaga coll’impostura in cui è maestro, che il defunto compì, pentendosi delle sue credenze passate, ai doveri di cattolico: in conseguenza io dichiaro, che trovandomi in piena ragione oggi, non voglio accettare, in nessun tempo, il ministero odioso, disprezzevole e scellerato d’un prete, che considero atroce nemico del genere umano e dell’Italia in particolare. E che solo in stato di pazzia o di ben crassa ignoranza, io credo possa un individuo raccomandarsi ad un discendente di Torquemada.