Claudio Visconti De Padua – Tempi Moderni
Non potremo mai sperare di edificare una società omogenea con le fondamenta di una generazione basata sulla disuguaglianza.
Non potremo mai sperare di edificare una società omogenea con le fondamenta di una generazione basata sulla disuguaglianza.
Ci si sforza a convincersi che sia possibile cambiare il mondo quando basterebbe soltanto cambiare il nostro modo di guardarlo.
Se nel nostro tempo un falegname trentenne si professasse il Messia, come d’altronde gli Avventisti del settimo Giorno auspicano, andasse in piazza, ci dicesse parole d’amore, narrasse novelle, indicasse una nuova vita di povertà volta al bene spirituale, volesse che lo seguissimo diventando pescatori di anime e in ultimo impeto di vocazione divina si facesse crocifiggere dicendo che è per la nostra salvezza… Bhè, non v’è la pallida titubanza che sarebbe considerato un emerito imbecille.
Una, una sola nuvola nello specchio interiore dell’anima, fa più buio di un cielo in tempesta!
L’amore dovrebbe avere l’obbiettivo di espandersi, proprio come l’universo, al contrario l’egoismo dovrebbe contrarsi come il ghiaccio sotto la luce del sole.
Le cose più belle fatte nel giorno dovrebbero far tramontare le fatiche e le preoccupazioni…
Il poveraccio che chiami così è magari un padre che sta lottando contro tutti per poter lavorare e rendere felici i propri figli, la ragazza che chiami anoressica sta cercando di mangiare e non di vomitare, la signora che chiami vecchia sta tentando di farsi accettare non per le rughe ma per l’esperienza che ti può raccontare come si raccontano le storie di vita, il ragazzo gay non è un diverso ma è colui che riesce a mostrarsi al mondo per quello che è, senza vergogna. Se non sai nulla di loro, osservali, aprendo gli occhi e non la bocca.