Clementina Forleo – Personaggi famosi
Sono un magistrato senza padroni e senza guinzaglio.
Sono un magistrato senza padroni e senza guinzaglio.
Quel mattino il sole era alto e i sette nani invidiosissimi come al solito; e non solo del sole, ma anche dei venti perché erano più di loro.
A re malvagio consiglier peggiore.
Il misticismo sensuale dell’essere verticale.
A volte è difficile fare la scelta giusta perché o sei roso dai morsi della coscienza o da quelli della fame.
Perché d’inverno è meglio la donna è tutta più segreta e sola tutta più morbida e pelosa e bianca, afgana, algebrica e pensosa dolce e squisita, è tutta un’altra cosa chi vuole andare in gita non sa – non sa.
Piace che mi grandini sul viso, la fitta sassaiola dell’ingiuria. L’agguanto solo per sentirmi vivo, al guscio della mia capigliatura.
Quel mattino il sole era alto e i sette nani invidiosissimi come al solito; e non solo del sole, ma anche dei venti perché erano più di loro.
A re malvagio consiglier peggiore.
Il misticismo sensuale dell’essere verticale.
A volte è difficile fare la scelta giusta perché o sei roso dai morsi della coscienza o da quelli della fame.
Perché d’inverno è meglio la donna è tutta più segreta e sola tutta più morbida e pelosa e bianca, afgana, algebrica e pensosa dolce e squisita, è tutta un’altra cosa chi vuole andare in gita non sa – non sa.
Piace che mi grandini sul viso, la fitta sassaiola dell’ingiuria. L’agguanto solo per sentirmi vivo, al guscio della mia capigliatura.
Quel mattino il sole era alto e i sette nani invidiosissimi come al solito; e non solo del sole, ma anche dei venti perché erano più di loro.
A re malvagio consiglier peggiore.
Il misticismo sensuale dell’essere verticale.
A volte è difficile fare la scelta giusta perché o sei roso dai morsi della coscienza o da quelli della fame.
Perché d’inverno è meglio la donna è tutta più segreta e sola tutta più morbida e pelosa e bianca, afgana, algebrica e pensosa dolce e squisita, è tutta un’altra cosa chi vuole andare in gita non sa – non sa.
Piace che mi grandini sul viso, la fitta sassaiola dell’ingiuria. L’agguanto solo per sentirmi vivo, al guscio della mia capigliatura.