Cleonice Parisi – Vita
La vita è amore, e l’amore è un albero le cui radici affondano nella comprensione.
La vita è amore, e l’amore è un albero le cui radici affondano nella comprensione.
La nostra vita è un libro dalle pagine bianche, siamo noi a scriverlo con il nostro “carattere” ‘obbiettivo supremo da raggiungere è la felicità con tutte le nostre forze, il destino non esiste, è la scusa dei deboli oppure la falsa modestia dei forti. Siamo noi che lo facciamo con le nostre scelte, ed esiste solo il presente, il passato è lontano, e il presente è sempre futuro. Noi tutti abbiamo diritto ad una vita felice, nella vita si fanno dei grandi sacrifici ma con il fine di raggiungere una felicità questo può essere grazie all’amore alla famiglia o altro dipende da ognuno di noi.
La vita si compone di scelte che si seguono, passioni che si deviano e una felicità che resta sempre a metà.
La vita è il vento, la vita è il mare, la vita è il fuoco; non la terra che si incrosta e assume forma.Ogni forma è la morte.Tutto ciò che si toglie dallo stato di fusione e si rapprendende in questo flusso continuo, incandescente e indistinto, è la morte.
Poi non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada. Così, io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l’onestà, essere buoni, essere giusti. No.Sono i desideri che salvano. Sono l’unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l’ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. È lì che salta tutto, non c’è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatto tanto di quel male che tu non te lo puoi nemmeno immaginare.
La natura fa crescere le soluzioni ai propri problemi.
Si chiama disgusto quella sensazione che collega l’ultima parola all’indifferenza.