Cristian Fantuzi – Società
Il massimo che si potrebbe ottenere in questa società è essere diversi tra tanti uguali.
Il massimo che si potrebbe ottenere in questa società è essere diversi tra tanti uguali.
Siamo bersagli mobili, ma piuttosto grossi. Mentre da una parte l’istinto ci invita alla libertà, dall’altro la paura ci spinge al gregge. Di tutto questo a goderne è la politica, che senza troppi sforzi ci fa credere responsabili del nostro destino, mentre ci porta al pascolo uno in fila all’altro.
Proprio non capisco, continuano a parlare di privatizzazioni, vogliono portare il “pubblico” a lavorare e produrre come il “privato”. Non rendi? Non lavori abbastanza? Sei poco presente? Non dai risultati?, come possono volere un modello nel quale sarebbero i primi ad essere licenziati per scarso rendimento?
Siamo una generazione psicologicamente instabile, cambiamo umore di continuo, viviamo incatenati a noi stessi quando in realtà vogliamo la libertà, la libertà di abbandonare il passato per proiettarci in un futuro migliore.
Qualcuno ha detto “punirne uno per educarne cento”, in Italia forse sarebbe necessario punirne cento (mila) per rieducare i singoli.
Odio vivere a New York e via discorrendo. I taxi e gli autobus di Madison Avenue, con i conducenti e compagnia bella che ti urlano sempre di scendere dietro, ed essere presentato a dei palloni gonfiati che chiamano angeli i Lunt, e andare su e giù con gli ascensori ogni volta che vuoi mettere il naso fuori di casa. E quegli scocciatori sempre lì, da Brooks. E la gente che non fa altro.
Isis (spietati tagliagole) e ultras (barbari invasori): il fallimento della civiltà (famiglia, scuola e religione).