Cristopher Iacò – Comportamento
Abbiamo paura dell’ignoto, ma allo stesso tempo ne siamo così attratti da scordarcelo.
Abbiamo paura dell’ignoto, ma allo stesso tempo ne siamo così attratti da scordarcelo.
Quando decidi di aprire bocca controlla se prima è collegata al cervello.
Ieri dicevo “vorrei”; oggi dico “voglio”.
La mancanza di sensibilità, nelle sue forme degenerate del cinismo e del qualunquismo, è la peggiore delle ignoranze.
Illuso, avevo bisogno di lei, la mia tenera pianista, ma decisi di fingere e lo feci per rabbia. Ho ceduto alla finzione. L’ho fatto più e più volte, lo faccio perché non sopporto la debolezza della rabbia e non riuscivo ad ammettere l’irrazionalità di quell’amore. Oh, le menzogne che ho raccontato a me stesso e ad altri. Lo sapevo eppure lo ignoravo.
Quando sei giovane, ingenuo, e sognatore saresti disposto a far qualsiasi cosa per ottenere quello che desideri. Talvolta ti capita di renderti ridicolo. Talvolta ti capita di sentirti come se nessuno oltre te capisse ciò che fai e il motivo per cui lo fai. Come se solo tu avvertissi che c’è dell’acqua sotto quella terra. E allora scavi, scavi, scavi. Nessun amico, per quanto in buona fede e in possesso dei migliori consigli del mondo, riuscirà a distoglierti dal tuo obiettivo. Continuerai a scavare. Anche a mani nude, anche aggrappandoti ad ogni minimo segnale che ravvivi la tua speranza di non esserti sbagliato, di non aver sprecato tempo, energie, impegno per qualcosa, per qualcuno che non lo meritasse. Il fatto è che finché su quel fondo non ci arrivi tu, da solo, con le tue convinzioni e con la tua testa, con tutte le cicatrici e i segni che restano indelebili, non capirai. E solo una volta toccato il fondo, esausto, alzerai la testa e troverai le stelle lassù ad aspettarti. E capirai. Capirai che quelle stelle lassù ci son sempre state, ma che non avresti mai potuto vederle prima. Che ora sai da che parte andare. E, a quel punto, crescerai.
Solo il non amare genera aggressività.
Quando decidi di aprire bocca controlla se prima è collegata al cervello.
Ieri dicevo “vorrei”; oggi dico “voglio”.
La mancanza di sensibilità, nelle sue forme degenerate del cinismo e del qualunquismo, è la peggiore delle ignoranze.
Illuso, avevo bisogno di lei, la mia tenera pianista, ma decisi di fingere e lo feci per rabbia. Ho ceduto alla finzione. L’ho fatto più e più volte, lo faccio perché non sopporto la debolezza della rabbia e non riuscivo ad ammettere l’irrazionalità di quell’amore. Oh, le menzogne che ho raccontato a me stesso e ad altri. Lo sapevo eppure lo ignoravo.
Quando sei giovane, ingenuo, e sognatore saresti disposto a far qualsiasi cosa per ottenere quello che desideri. Talvolta ti capita di renderti ridicolo. Talvolta ti capita di sentirti come se nessuno oltre te capisse ciò che fai e il motivo per cui lo fai. Come se solo tu avvertissi che c’è dell’acqua sotto quella terra. E allora scavi, scavi, scavi. Nessun amico, per quanto in buona fede e in possesso dei migliori consigli del mondo, riuscirà a distoglierti dal tuo obiettivo. Continuerai a scavare. Anche a mani nude, anche aggrappandoti ad ogni minimo segnale che ravvivi la tua speranza di non esserti sbagliato, di non aver sprecato tempo, energie, impegno per qualcosa, per qualcuno che non lo meritasse. Il fatto è che finché su quel fondo non ci arrivi tu, da solo, con le tue convinzioni e con la tua testa, con tutte le cicatrici e i segni che restano indelebili, non capirai. E solo una volta toccato il fondo, esausto, alzerai la testa e troverai le stelle lassù ad aspettarti. E capirai. Capirai che quelle stelle lassù ci son sempre state, ma che non avresti mai potuto vederle prima. Che ora sai da che parte andare. E, a quel punto, crescerai.
Solo il non amare genera aggressività.
Quando decidi di aprire bocca controlla se prima è collegata al cervello.
Ieri dicevo “vorrei”; oggi dico “voglio”.
La mancanza di sensibilità, nelle sue forme degenerate del cinismo e del qualunquismo, è la peggiore delle ignoranze.
Illuso, avevo bisogno di lei, la mia tenera pianista, ma decisi di fingere e lo feci per rabbia. Ho ceduto alla finzione. L’ho fatto più e più volte, lo faccio perché non sopporto la debolezza della rabbia e non riuscivo ad ammettere l’irrazionalità di quell’amore. Oh, le menzogne che ho raccontato a me stesso e ad altri. Lo sapevo eppure lo ignoravo.
Quando sei giovane, ingenuo, e sognatore saresti disposto a far qualsiasi cosa per ottenere quello che desideri. Talvolta ti capita di renderti ridicolo. Talvolta ti capita di sentirti come se nessuno oltre te capisse ciò che fai e il motivo per cui lo fai. Come se solo tu avvertissi che c’è dell’acqua sotto quella terra. E allora scavi, scavi, scavi. Nessun amico, per quanto in buona fede e in possesso dei migliori consigli del mondo, riuscirà a distoglierti dal tuo obiettivo. Continuerai a scavare. Anche a mani nude, anche aggrappandoti ad ogni minimo segnale che ravvivi la tua speranza di non esserti sbagliato, di non aver sprecato tempo, energie, impegno per qualcosa, per qualcuno che non lo meritasse. Il fatto è che finché su quel fondo non ci arrivi tu, da solo, con le tue convinzioni e con la tua testa, con tutte le cicatrici e i segni che restano indelebili, non capirai. E solo una volta toccato il fondo, esausto, alzerai la testa e troverai le stelle lassù ad aspettarti. E capirai. Capirai che quelle stelle lassù ci son sempre state, ma che non avresti mai potuto vederle prima. Che ora sai da che parte andare. E, a quel punto, crescerai.
Solo il non amare genera aggressività.