Dacia Maraini – Vita
So di certo che viaggiando mi allontano da me, tanto da perdermi di vista. E questo mi dà pace ma nello stesso tempo mi inquieta.
So di certo che viaggiando mi allontano da me, tanto da perdermi di vista. E questo mi dà pace ma nello stesso tempo mi inquieta.
Io sono la classica persona che vuole essere capita al volo. Non ti do conferme, non ripeto le cose; mi aspetto che sia tu ad ascoltarmi. Non ti dico mai si, perché quando è si sono presente vicino a te. Non ti sorrido se dici una cosa bella, ti bacio. Non ti dico di abbracciarmi, ma mi aspetto che sia tu a farlo dopo aver guardato i miei occhi timidi. Non ti dico di voler far pace, mi aspetto che tu vieni e mi butti addosso un cuscino o mi stuzzichi in faccia per farmi ridere. Sopratutto non pretendo di dirci sempre “ti amo”, ma mi aspetto te dietro la porta di casa, con una rosa, due patatine e l’amore sotto le lenzuola che portano il nostro profumo.
Non si può scegliere il modo di morire. O il giorno. Si può soltanto decidere come vivere. Ora.
Per quanto la tragedia di una vita si consuma lentamente è quasi impossibile non essere spettatori di una misfatta senza accorgersene, mai fermare l’anima prima del corpo.
L’esistenza di un disoccupato è una negazione al diritto di vivere peggiore della morte stessa.
Lascio gli applausi ai pulcinella, io sono solo un viandante in questo teatro chiamato “vita”.
Ognuno di noi ha un viaggio da fare, quello che spesso è incerto e può variare è la meta.