Daniele De Patre – Frasi Sagge
Abbiamo imparato così bene a chiedere ma dimenticato il significato della parola “dare”.
Abbiamo imparato così bene a chiedere ma dimenticato il significato della parola “dare”.
Sarà forse una assurda battaglia ma ignorare non puoi, che l’assurdo ci sfida per spingerci ad essere fieri di noi.
Il tempo domina passato e futuro, a noi effimere creature, questo Dio ingordo non ci lascia che un attimo di vita, il presente.
Intendo esaminare qui i ricordi di esperienze estreme, di offese subite o inflitte. In questo caso sono all’opera tutti o quasi i fattori che possono obliterare o deformare la registrazione mnemonica: il ricordo di un trauma, patito o inflitto, è esso stesso traumatico, perché richiamarlo duole o almeno disturba: chi è stato ferito tende a rimuovere il ricordo per non rinnovare il dolore; chi ha ferito ricaccia il ricordo nel profondo, per liberarsene, per alleggerire il suo senso di colpa.Qui, come in altri fenomeni, ci troviamo davanti a una paradossale analogia tra vittima e oppressore, e ci preme essere chiari: i due sono nella stessa trappola, ma è l’oppressore, e solo lui, che l’ha approntata e l’ha fatta scattare, e se soffre, è giusto che ne soffra; ed è iniquo che ne soffra la vittima, come invece ne soffre, anche a distanza di decenni. Ancora una volta si deve constatare, con lutto, che l’offesa è insanabile: si protrae nel tempo, e le Erinni, a cui bisogna pur credere, non travagliano solo il tormentatore (se pure lo travagliano, aiutate o no dalla punizione umana) ma perpetuano l’opera di questo negando la pace al tormentato.
La storia è la madre di qualsiasi insegnamento.
Un conto è morire, un conto è parlare di morte.
Quando veniamo dimenticati da chi ci ha amato è perché gli abbiamo fatto sanguinare il cuore.