Daniele De Patre – Progresso
Questa sera, come accade da un po’, ho digiunato. Qualcuno potrà pensare che lo stia facendo per la salute. No, semplicemente mi sto allenando per quello che ci attende.
Questa sera, come accade da un po’, ho digiunato. Qualcuno potrà pensare che lo stia facendo per la salute. No, semplicemente mi sto allenando per quello che ci attende.
Fa che sia degno di ricevere le tue attenzioni. Fa che sia degno di restare in silenzio e contemplare il tuo volto. Fa che sia degno di rimanere in ginocchio di fronte la tua Croce. Fa che sia degno di comprendere la tua volontà. Fa che sia degno di essere tuo figlio. Fa che sia degno di ascoltare i tuoi ammonimenti. Fa che sia degno di operare secondo il tuo volere. Fa che sia degno di avere la tua ricompensa. Fa che sia degno.
Si dice che “tante volte è meglio chiudere gli occhi”. Io non ci riesco; però, quando morirò, lo farò. Promesso.
La materia, una formula conveniente per descrivere cosa succede dove non ce n’è.
È con la cultura che si innesca il progresso, perché senza di essa l’uomo è condannato a vedere nell’altro sempre e solo un nemico.
Nella società che, illusoriamente, tende al raggiungimento della perfezione, in cui l’uomo, incapace di confrontarsi con il senso del limite, deve vincere sempre e a qualsiasi costo, la debolezza è vista non come una condizione normale e mutabile, bensì come una colpa. Ma la forza stessa che ignora di poter venir meno, a un certo punto, non è forse un ostacolo ancor maggiore della debolezza primaria?
La storia è un incubo da cui cerco di destarmi.