Daniele De Patre – Vita
Troppe volte non ci vogliamo bene, e la diamo vinta a chi ci vuol male.
Troppe volte non ci vogliamo bene, e la diamo vinta a chi ci vuol male.
I barboni sono randagi scappati dalle nostre case, odorano dei nostri armadi, puzzano di ciò che ci manca. Perché forse ci manca quell’andare silenzioso totalmente libero, quel deambulare, perplesso, magari losco, eppure così naturale, così necessario, quel fottersene del tempo meteorologico e di quello irreversibile dell’orologio. Chi di noi non ha sentito il desiderio di accasciarsi per strada, come marionetta, gambe larghe sull’asfalto, testa reclinata sul guanciale di un muro? E lasciare al fiume il suo grande, impegnativo corso. Venirne fuori, venirne in pace. Tacito brandello di carne umana sul selciato dell’umanità.
Ti capita di incontrare, certi giorni storti delle persone che ti aiutano, che magari ti fanno sorridere e che condividono la tua giornata no, offrendoti un po’ del loro tempo e dei loro sorrisi.
In fondo non è altro che un viaggio dove chi parte con la valigia piena si fermerà presto, ma chi non ha bagaglio tornerà carico di emozioni.
Vivi come se dovessi morire domani, ma ricorda che sei nato soltanto ieri, c’è tutta una vita in questo e in ogni giorno! Ama come se mai avessi amato prima, ma maneggia l’amore con la cura che dedicheresti al più antico cimelio d’un glorioso e felice trascorso. Metti a frutto l’esperienza, ma non esser soffocato dal tempo passato, e non opprimerti per quel che ancor ha da venir! Si felice sempre e per sempre, per ogni emozione e situazione, perché forse loro si ripeteranno apparentemente simili, ma gli occhi tuoi con cui le ammirerai saran sempre nuovi e diversi!
La vita è preziosa. Tu invece di stare lì, a piangerti addosso, corri e fattene una.
Non siete voi, che fate leggi su misura come un paio di mutande a seconda dei genitali.
I barboni sono randagi scappati dalle nostre case, odorano dei nostri armadi, puzzano di ciò che ci manca. Perché forse ci manca quell’andare silenzioso totalmente libero, quel deambulare, perplesso, magari losco, eppure così naturale, così necessario, quel fottersene del tempo meteorologico e di quello irreversibile dell’orologio. Chi di noi non ha sentito il desiderio di accasciarsi per strada, come marionetta, gambe larghe sull’asfalto, testa reclinata sul guanciale di un muro? E lasciare al fiume il suo grande, impegnativo corso. Venirne fuori, venirne in pace. Tacito brandello di carne umana sul selciato dell’umanità.
Ti capita di incontrare, certi giorni storti delle persone che ti aiutano, che magari ti fanno sorridere e che condividono la tua giornata no, offrendoti un po’ del loro tempo e dei loro sorrisi.
In fondo non è altro che un viaggio dove chi parte con la valigia piena si fermerà presto, ma chi non ha bagaglio tornerà carico di emozioni.
Vivi come se dovessi morire domani, ma ricorda che sei nato soltanto ieri, c’è tutta una vita in questo e in ogni giorno! Ama come se mai avessi amato prima, ma maneggia l’amore con la cura che dedicheresti al più antico cimelio d’un glorioso e felice trascorso. Metti a frutto l’esperienza, ma non esser soffocato dal tempo passato, e non opprimerti per quel che ancor ha da venir! Si felice sempre e per sempre, per ogni emozione e situazione, perché forse loro si ripeteranno apparentemente simili, ma gli occhi tuoi con cui le ammirerai saran sempre nuovi e diversi!
La vita è preziosa. Tu invece di stare lì, a piangerti addosso, corri e fattene una.
Non siete voi, che fate leggi su misura come un paio di mutande a seconda dei genitali.
I barboni sono randagi scappati dalle nostre case, odorano dei nostri armadi, puzzano di ciò che ci manca. Perché forse ci manca quell’andare silenzioso totalmente libero, quel deambulare, perplesso, magari losco, eppure così naturale, così necessario, quel fottersene del tempo meteorologico e di quello irreversibile dell’orologio. Chi di noi non ha sentito il desiderio di accasciarsi per strada, come marionetta, gambe larghe sull’asfalto, testa reclinata sul guanciale di un muro? E lasciare al fiume il suo grande, impegnativo corso. Venirne fuori, venirne in pace. Tacito brandello di carne umana sul selciato dell’umanità.
Ti capita di incontrare, certi giorni storti delle persone che ti aiutano, che magari ti fanno sorridere e che condividono la tua giornata no, offrendoti un po’ del loro tempo e dei loro sorrisi.
In fondo non è altro che un viaggio dove chi parte con la valigia piena si fermerà presto, ma chi non ha bagaglio tornerà carico di emozioni.
Vivi come se dovessi morire domani, ma ricorda che sei nato soltanto ieri, c’è tutta una vita in questo e in ogni giorno! Ama come se mai avessi amato prima, ma maneggia l’amore con la cura che dedicheresti al più antico cimelio d’un glorioso e felice trascorso. Metti a frutto l’esperienza, ma non esser soffocato dal tempo passato, e non opprimerti per quel che ancor ha da venir! Si felice sempre e per sempre, per ogni emozione e situazione, perché forse loro si ripeteranno apparentemente simili, ma gli occhi tuoi con cui le ammirerai saran sempre nuovi e diversi!
La vita è preziosa. Tu invece di stare lì, a piangerti addosso, corri e fattene una.
Non siete voi, che fate leggi su misura come un paio di mutande a seconda dei genitali.