Daniele De Patre – Vita
Abbi fede: altro non c’è.
Abbi fede: altro non c’è.
Qualcuno si ostinava a ripetermi che ero vivo, nonostante tutto. Ma. Non ero vivo, un dilazione di vita concessami, con scadenza termine, siamo pochi noi “vivi per miracolo” altro non so, o meglio non ricordo, ricordo solo che sono vivo questo “dettaglio” è sufficiente per farmi riflettere e confrontarmi spesso con il riflesso che vedo allo specchio che con con aria saccente, mi dice che “tutto è vero” anche se mi ostino a non riconoscere la verità, ammesso che una qualsiasi verità esiste ancora. Never back down. Ci sono quei giorni che hai voglia di scriverlo. Ci sono quei giorni che dopo una discussione con amici ritornano alla mente quei posti dove la dignità dell’uomo è violentata ripetutamente dalla stupida umana follia, ossessionata del potere. Dove non sempre si pagano i propri errori. Dove le persone sono dimenticate, dalla vita. Mi sembra di vederli ancora passare in divisa con gli occhi di ghiaccio, con il volto impregnato dall’odio. Dalle loro labbra sputano fuori veleno e disprezzo per i nostri corpi stanchi. Sei anime in quella stanza, tutte unite da un’unica speranza: la libertà! Marchiati come bestie, divisi come schiavi.
Nella tua vita incontrerai due diverse tipologie di persone: quelle conosciute per volontà del destino e quelle a cui avrai garantito la tua destinazione. Spesso si è più fortunati nella prima ipotesi.
Perché piangere su alcuni aspetti della vita quando tutta la vita ci induce a piangere?
Ci sono giorni buoni e, ci sono giorni meno buoni, ma in tutti proprio tutti i giorni c’è sempre qualcosa di buono. Cerchiamolo, troviamolo e concentriamo le nostre energie su quanto di buono abbiamo trovato, e tutto il resto ci sembrerà più leggero. E poi c’è la vita e ciò che conta è questo, sempre.
Quando si è bambini si pensa di essere in una favola, quando si è adolescenti si crede di poter conquistare il mondo, quando si diventa adulti si è consapevoli che la favola e la conquista sono solo sogni di passaggio e si cerca di vivere la realtà. Quando si diventa anziani si fa la somma delle precedenti fasi e il totale è la vita, che è comunque una favola, anche se non a lieto fine.
Un po’ di tempo a questa parte ho imparato a non dare peso alle chiacchiere della gente, a giudizi tirati un po’ così per aprire bocca e per parlare. Ho imparato a giudicare da quello che vedo, non da quello che sentono le mie orecchie. I giudizi affrettati, pettegoli, sminuiscono sempre, fuoriescono o per cattiveria o per invidia. Perché chi critica è solitamente chi invidia. Quindi ho imparato a verificare prima di credere in qualcosa che è montato per l’aria.