Daniele Natali Caminia – Angelo
Sono innamorati i rozzi e i dotti. Ma i rozzi non sanno di esserlo.
Sono innamorati i rozzi e i dotti. Ma i rozzi non sanno di esserlo.
Cosa sono i brividi? Il tocco d’ali d’angelo? Discutibile… Però io mi preoccuperei di più…
Non esistono Angeli Custodi,Ma solo Diavoli Innamorati.
Non sono un angelo e non pretendo di esserlo. Non è uno dei miei ruoli….
Non mi giudica, non condanna con lui sono al sicuro, condivide ogni mia sorte, si fa sentire con lievi battiti d’ala. È accanto a me da tanto tempo e vuole solo me. Anche oggi che ho perduto la strada lui la troverà con amore e me la indicherà. Penso a quella persona che ha sempre saputo ascoltarmi con il cuore, così speciale che ora non c’è più! Il mio nome e il suo scritto insieme sopra un rigo in un foglio, unica traccia di noi. Io che continuamente lo invento e lo cancello, lo rivedo forte, dolce, paziente, lo guardo nella memoria ed ho l’aria triste, di chi ha disegnato un angelo con un’ala soltanto. Mi cerca, il mio Angelo, con la presenza d’altre persone, nell’amico dagli occhi sinceri, intensi e blu come il mare, che mi ama e che vuole liberarmi d’ogni remora, d’ogni paura e vuole cambiare tutto il mio mondo, dagli errori commessi dalla troppa “credenza”. Mi investe d’affetto colmandomi il cuore d’amore, il mio Angelo. In un attimo mi fa passare dalla disperazione alla gioia, è in quell’attimo che vuole convincermi che anch’io ho un’ala, che tengo nascosta perché ho paura di volare, d’amare ancora.
Gli angeli ci guardano e sono tristi nel vedere questo mondo così degenerato, alienato, materialista, egoista. Che sta pensando il nostro angelo custode di noi?
Angelo, angelo, angelo. Perché diavolo la chiamano così. Quella lì non aveva timor di Dio come l’angelo del tempio. Era una sanguisuga, un abominio, una piaga della città, proprio come le piaghe che infliggeva alle sue vittime, che non guariscono più.