Dario Pautasso – Figli e bambini
Qualsiasi bambino, finché non sia stato introdotto ai classici metodi d’insegnamento (che in genere impongono delle idee, anziché stimolarne di nuove), conoscono un solo Dio, e questo è la propria madre.
Qualsiasi bambino, finché non sia stato introdotto ai classici metodi d’insegnamento (che in genere impongono delle idee, anziché stimolarne di nuove), conoscono un solo Dio, e questo è la propria madre.
Un bambino andrebbe cullato, sostenuto, difeso nel suo essere indifeso, proprio come un cielo di stelle, perché ogni bimbo ha diritto a sognare e a credere nel domani, quel domani che gli adulti, i “grandi” dovrebbero costruire oggi, tendendo la mano a ogni bimbo.
L’amore di una madre supera ogni limite, neanche la quotidianità più squallida può deprezzarlo. Anzi, lo accresce, lo esalta, come un fiore che sbocci rigoglioso tra le pietre.
Dio non abbandona mai i suoi figli, mentre i figli abbandonano i loro padri.
Abbiamo avuto tutti belle parole, da piccoli. E sogni, e giochi simili al reale. Ed eravamo morbidi, nella pelle e nell’anima. E il borotalco era neve, la pappa un aeroplano, le ninne un viaggio e le coccole un grande amore. Le abbiamo imparate da grandi, “dai grandi”, le brutte parole, le omissioni e le dannate colpe.
Oh, se potessi essere solo metà meraviglioso come pensava di me mio figlio quand’era piccolo e solo metà stupido di come pensa oggi di me mio figlio da adolescente.
Tutto sarebbe straordinario! Se il mondo fosse come lo vede mio figlio…