Domenica Borghese – Religione
Noi siamo nel cuore di Dio; lui ci protegge col suo amore.
Noi siamo nel cuore di Dio; lui ci protegge col suo amore.
Dio è finito, già dalla prima volta che ha osato alzare la sua mano contro di me. Ed è finito due volte, perché è davvero convinto di non esserlo, o di poterlo evitare.
Una canzone non è mai bugiarda, è vera, sincera come una preghiera. La gente usa le parole come chi dice di vivere in un posto ma sta altrove.
La verità è come la religione: quanto più la si finge, tanto più sembra veritiera.
Se dunque esiste una verità che la storia ha reso indubbia, questa è proprio l’estensione sempre minore della porzione di vita sociale che la religione ricopre. In origine essa si estendeva su tutto; tutto ciò che era sociale era religioso; i due termini erano sinonimi. In seguito, a poco a poco, le funzioni politiche, economiche, scientifiche si sono rese indipendenti dalla funzione religiosa, costituendosi a parte e assumendo un carattere temporale sempre più accentuato. Dio – per così dire – che in principio era presente a tutte le relazioni umane, si ritira progressivamente da esse; abbandona il mondo agli uomini e alle loro controversie.
Qualora tentassero di entrare in voi pensieri e sentimenti estranei, o perfino negativi, obbligateli a mettersi al servizio del mondo divino, a lavorare per il Signore, come voi stessi avete deciso di fare. È cosi che tutti gli animali che vengono a cibarsi nel vostro giardino interiore saranno soggiogati dal pensiero dominante che li terrà sotto controllo.
Noi atei crediamo di dover agire secondo coscienza per un principio morale, non perché ci aspettiamo una ricompensa in Paradiso.