Eduardo De Filippo – Tempi Moderni
Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male.
Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male.
Ovunque io vada, allusioni sessuali, illusioni sessuali, elusioni sessuali. In questo mondo sessocentrico venire è un piacevole attimo, restare è una ricercata rarità.
Piove, e come un fanciullo guardando le sue giostrine resta meravigliato, così io all’ombra di questo freddo vetro ammiro gli uomini fuggire verso il proprio rifugio.Qui è l’acqua che cade e la terra che si bagna, ma questo flusso di uomini spaventati scappano, piuttosto di assaporare la vita, la vera vita, che cade e ci bagna, e cosi ci rende vivi con essa.Cosi incurantemente di essere uomini diventano sempre piu mandrie di bestie in fuga, finanche dei propri simili, questa pioggia di uomini freddi, e in questo modo come il buoi si dilegua alla luce del sol, gli uomini si dileguano dalla vita, e a amor subentra morte.
L’Italia è l’antica terra del Dubbio. […] Il dubbio è un gran scappafatica. lo direi quasi il vero padre del dolce far niente italiano.
Investiamo in armi e intanto la vita sociale cade a pezzi, cerchiamo l’acqua su altri pianeti e intanto inquiniamo quella sulla terra, cerchiamo forme di vita extraterrestri mentre per centinaia di milioni di abitanti della terra non esiste nemmeno il presente. E noi saremmo intelligenti?
Molti non solo giustificano con la scusa “gli hanno messo l’etichetta! soggetti che l’etichetta se la sono messa da soli col comportamento sbagliato, e con la loro mancanza di buoni principi. Quindi sembra che in realtà giustificano il male dicendo pregiudizio. Nessuno ammette che bisogna prima riconoscere a chi la cultura mafiosa non l’ha assorbita il merito di essere “etichettata” come persona positiva e riconoscergli il ruolo di educatore spontaneo e non pagato della “non violenza”. Tutelare e riconoscere il vero valore a chi fa quella determinata azione del ‘contrastare la cultura mafiosa ‘ pur abitando loro in quartieri mafiosi.
Crediamo soltanto a ciò che vediamo. Perciò, da quando c’è la televisione, crediamo a tutto.