Elisa Cassinelli – Tristezza
Vorresti aggrapparti ai tuoi sogni ma forse non basta. Forse ci vuole tempo e a volte nemmeno quello basta.
Vorresti aggrapparti ai tuoi sogni ma forse non basta. Forse ci vuole tempo e a volte nemmeno quello basta.
Quando entro in casa, cerco di nascondere il disagio che mi porto dentro. Così, senza rendermene conto, ho imparato a recitare, a fingere, soprattutto a imitare.Imito l’idea di moglie che ho in testa; imito le mie amiche innamorate e felici; imito la me sposata dei primi tempi che non sono più capace di essere.Tutto questo per evitare che lui possa vedere in me un’inquietudine interiore, un eccesso di tristezza.Molte volte ho paura, aprendo la porta, di tornare a casa priva di sentimenti per lui.Prima di entrare faccio sempre un lungo respiro e indosso una maschera. Certi giorni ho l’impressione che capisca quando fingo e non dica nulla. A forza di fingere, a volte non so più nemmeno quale sia la verità.Com’è potuto succedere? Eravamo così sicuri del nostro amore.
Il lamento non risolve i nostri problemi, ne aggiunge altri per il domani, perché per ogni minuto speso a lamentarci avremmo già risolto altri problemi, che invece andranno ad accumularsi a quelli già esistenti.
Non lasciare mai che le lacrime attraversino il tuo viso, perchè la gente è cattiva e sulle rovine delle tue sconfitte costruisce i muri delle sue vittorie.
La solitudine non mi ha mai spaventata. La vita non mi spaventa, cos’è che mi spaventa? Il mondo dietro le maschere!
È strano come la vita posso scombinarti dentro. Ci sono momenti in cui sei serena e tranquilla, altri dove sarebbe bene non pensare perché i problemi sono talmente tanti che rischi di impazzire. Poi ci sono quei momenti di solitudine, quelli che attraversi con te stessa e credo siano quelli che fanno più male. Ci sono quelli che cerchi perché ne hai bisogno e quelli che ti piombano addosso quando meno te lo aspetti schiacciandoti a terra.
La solitudine ci dà il piacere d’una grande compagnia: la nostra.